Tutto ciò che sono lo devo a lei... mia madre

Scritto da una persona, non da una macchina
Jocelyne
Donna poliedrica, moglie amata e madre esemplare, amica leale, professionista stimata, ricca di emozioni, insegnamenti, valori. Umile, poiché il suo valore non necessita di manifestarsi in clamori eccessivi; sobria, perché consapevole della propria importanza; onesta, perché rispettosa della vita; tenace, perché convinta delle proprie azioni e libera, perché la libertà è una scelta.

*«La mia diversità fece in modo di non omologarmi mai agli ambienti che frequentavo e ciò mi poneva sempre al di sopra e al di fuori di certi stereotipi... A poco a poco le numerose nuvole di pianto si trasformarono in nuvole d’argento poi in fiocchi di cotone dorato per assumere, infine, l’aspetto di soffici piume bianche trasportate leggere sulle onde del vento verso i cieli più clementi come uccelli di speranza».
A proposito di Jocelyne
Una vita vissuta in pieno
*«I luoghi dell'infanzia sono morti quando non ci sono più i famigliari a farli vivere. il ricordo rimane sterile».
La sua vita intera pare provenire da un racconto classico, come il romanzo "Jane Eyre", la favola di "Cenerentola" o la storia di "Lady Oscar". Un'esistenza intrisa di sogni e sfide, che richiama la magia e le avventure di quei mondi incantati.
*«La nascita di una femmina, quale disgrazia per mia madre! Nascere femmina significava non portare avanti il cognome, la discendenza, il patrimonio famigliare e avere una vita estremamente difficile. Una grande delusione ed una eterna preoccupazione. Questo sarei stata per lei fino alla sua morte».
Essendo l'ultima arrivata e con quasi una distanza generazionale dai suoi fratelli, che sono molto legati tra loro, cresce come una figlia unica. Questo le crea un profondo senso di solitudine e una mancanza di affetto, che in parte cerca di compensare attraverso gli applausi del suo pubblico.
*«Ribelle, cocciuta e capricciosa agli occhi di mia madre, incurante, suo malgrado, per mancanza di tempo, del mio bisogno primario di attenzioni e di dimostrazioni d’affetto, esclusa e disprezzata dai miei fratelli solo per la colpa di essere nata, capii ben presto che la solitudine e la severità più assoluta sarebbero state le mie più fedeli compagne di vita».
Nata inaspettatamente da una relazione appassionata e travolgente, pur essendo amata da entrambi i genitori, sin da piccola sviluppa un profondo senso di colpa e una mancanza di "calore umano". Questo è dovuto a una certa "etichetta" che tutti sono costretti a seguire e a dicerie che la descrivono come "diversa", rivoluzionaria e indesiderata. La sua innata curiosità, integrità, ferrea volontà e grande coscienza morale, tuttavia, sono sempre state fonte di incomprensione e invidia da parte di alcuni membri della famiglia, che non hanno accolto con favore la sua nascita, considerata una minaccia per gli equilibri e gli interessi familiari.
*«Sono convinta che una giustizia esiste. Sono convinta che l'amore trionfa sull'odio. Non ho mai creduto alla cattiveria della gente eppure ne sono colpita quotidianamente. Mi sferrano coltellate alle spalle. Perché? Dico quello che penso e faccio quello che dico perciò mi trovo davanti a "muri" che mi sbarrano la strada con l'intento di farmi cambiare percorso, deviarmi, piegarmi, distruggermi, annientare le mie forze e la mia speranza? A quelle persone non ho mai lanciato maledizioni, anzi. Ho augurato loro di trovare la felicità».
Non ha mai incolpato sua madre, che a sua volta non era riuscita a vivere la vita che desiderava. Proveniente da una famiglia benestante e matriarcale, con retaggi maschilisti e numerose tradizioni da rispettare, l'apparenza e il giudizio altrui erano di fondamentale importanza. Sposata in giovane età e divenuta madre senza averlo scelto, aveva sempre nutrito una passione per i viaggi, le culture diverse e i paesi esotici, influenzata dalle sue letture e dai film avventurosi. Già vedova da anni e senza parenti, per mantenere il tenore di vita abituale e pagare i dipendenti, si trovava costretta a lavorare ogni giorno come Direttrice in un’importante azienda.
*«Lei che aveva amato i luoghi aperti e spaziosi, si era ritrovata tutto il giorno e per molti anni chiusa in un ufficio. Ne aveva sempre sofferto pur nascondendolo molto bene. Aveva contato i mesi, le settimane, i giorni mancanti alla pensione per potersi ritirare in una qualche calda e sperduta isola esotica con la sua casetta, l’orto e il giardino ma la morte l’aveva colta prima di potere realizzare questo suo sogno. Il suo sacrificio le era costato caro».
Frequenti trasferimenti, sia brevi che prolungati, avevano costretto lei e la sua famiglia a continui traslochi. La sua innata curiosità e il desiderio di cambiamento, accentuati dalle necessità lavorative, si scontravano con il bisogno di stabilità e tranquillità dell'ultimogenita. Possedendo una personalità vivace, era invidiata da molti per la sua ironia, dinamicità, coraggio e voglia di vivere, tratti non comuni all'epoca. Tuttavia, nei confronti di sua figlia, si era sempre dimostrata poco materna, priva di tenerezza e molto autoritaria, costringendola ad assecondare ogni sua volontà.
*«Andavamo ad abitare in una enorme casa con ben sette tetti ed un grande parco intorno. Adoravo arrampicarmi sugli alti alberi con le mie bambole, mi divertivo ad inventare spettacoli, a emulare i personaggi che ascoltavo alla radio, ad indossare i vestiti di mia nonna custoditi gelosamente in un grande baule, leggere il suo straordinario diario e amavo ancor più scendere lentamente e maestosamente i gradini della scalinata in stile hollywoodiano per trasformarmi magicamente in una presentatrice, in una cantante o in una ballerina. Questo era lo scenario delle mie giornate in solitudine».
La sua vivace immaginazione infantile continua a essere un rifugio, allontanandola dal suo senso di isolamento e inadeguatezza in un ambiente che le stava stretto.
*«Una vicina di casa, una vecchietta arzilla e simpatica che mi osservava divertita, si dilettava a intrattenermi in lunghe conversazioni. Si inorgogliva ad insegnarmi alcune delle parole ancora difficili per me da pronunciare e capire. Dichiarava convinta a mia madre, totalmente scettica, che sarei diventata una brava attrice di cinema dato che ero dotata di particolare talento ed ero, a suo dire, una vera bellezza».
Attratta dalla musica classica e dalle opere liriche che aleggiano in casa, alla luce dei finali sempre tragici delle protagoniste suole domandarsi: «Perché è sempre la donna a pagare il prezzo della libertà di amare?»
Ha scoperto che camminare sulle punte dei piedi è possibile, ma l'intenso esercizio la porta a rovinare tutte le sue pantofole. Questo spinge sua madre, preoccupata per la quantità di scarpe danneggiate, a prendere in considerazione l'idea di iscriverla a una scuola di danza classica, che offre vitto e alloggio. La ragazza non ha solo l'attitudine, ma anche le caratteristiche fisiche adatte per diventare una ballerina di danza classica.
*«Dovetti trasferirmi nella grande città dove regnava il caos più assoluto. Io, che non sapevo nemmeno attraversare la strada, mi ritrovavo improvvisamente a destreggiarmi tra macchine, tram, semafori, marciapiedi. Abituata a vivere in case enormi e a muovermi in ampi spazi ero costretta a condividere un piccolo appartamento con delle persone a me sconosciute».
Conscia che la sua lontananza da casa è un sollievo per sua madre che non aveva mai tempo da dedicarle. Per lei è l’inizio di un sogno.
*«Iniziai a frequentare i corsi che si svolgevano nel sacro tempio dell’Opera. Il mio approccio a questa imponente struttura fu da principio timoroso. Con la sua storia, i suoi odori, i suoi meccanismi di cambio delle scene, le quinte, i costumi, venivo catapultata in un mondo d’altri tempi. Fu un’emozione indescrivibile indossare il mio primo tutù bianco e le scarpette rosa che non si sarebbero sfasciate al mio primo tentativo di salire sulle punte. Iniziava anche un duro lavoro fatto di ferrea disciplina e costante impegno».
Nella sua nuova sistemazione, c'è un ragazzo che suona il pianoforte. Ogni volta che partecipa alle lezioni di danza classica, è avvolta dai suoni caldi e armoniosi di quello strumento, che la incanta. Questo la spinge a voler studiare anche musica e diventare pianista. Sua madre, intuendo l'importanza di questa passione, acconsente, ritenendo che sia un complemento essenziale alla sua formazione artistica.
*«Studiai e mi applicai a fondo. I risultati furono soddisfacenti tanto da vincere due concorsi in poco tempo. Approfondii, inoltre, lo studio del canto da soprano, della letteratura classica, delle leggende, delle poesie di altre culture, incuriosita da ogni espressione artistica. Ballando e suonando, la mia vita scorreva veloce e serena. Anno dopo anno avevo maturato l’idea che non mi sarei mai sposata e che non avrei mai lasciato il palcoscenico a cui mi sarei dedicata completamente. Pur essendo timida, amavo esibirmi davanti al pubblico che mi faceva sentire a mio agio. Captavo l’atmosfera calorosa degli spettatori che con il loro applauso mi avvolgevano in quell’abbraccio affettuoso che mi era sempre mancato. Che mondo meraviglioso!»
I sogni, spesso, vengono interrotti da un brusco risveglio. Un giorno, viene improvvisamente chiamata da sua madre con il perentorio ordine di tornare a casa.
*«Il mio rientro a casa fu traumatico e nel contempo felice di poter stare sola con lei, per la prima volta in vita mia.
Condividevamo l'amore per i libri, gli spettacoli di opera, operette, danze folcloristiche, le tisane, la politica, la filosofia, potevamo parlare di tutto, tranne che dei nostri più intimi sentimenti, frenate da un reciproco senso di pudore eccessivo. Ci perdevamo in lunghe passeggiate nei boschi, in discorsi interminabili sulla natura che sentivamo parte integrante di noi stesse, in commenti sulle stelle nelle notti d’estate e nella forma delle nuvole nelle giornate di sole e di pioggia.
Entrambe nate in zone forestali, avevamo sviluppato l’amore viscerale per gli alberi e per gli animali in generale. Ero stata in conflitto continuo con mia madre pur ammirandola in gran segreto»
Dai palcoscenici delle grandi città, in piena adolescenza, si ritrova catapultata nella vita di provincia. Fin da piccola, ha sempre desiderato frequentare la scuola come le altre bambine, piuttosto che essere educata a casa dalle istitutrici con la supervisione della madre e della governante. Anche se felice di passare del tempo con sua madre, le è categoricamente vietato ricevere amici o compagni di classe, suonare il pianoforte per non disturbare l'ufficio accanto e ascoltare musica classica, poiché gli impiegati non la gradiscono. Si trova così circondata da persone poco creative e fin troppo pragmatiche, incapaci di comprendere il suo spirito vivace e il suo bisogno di espressione, il che la porta a rinchiudersi ulteriormente in sé stessa, in netto contrasto con la sua crescente voglia di esplorare il mondo.
*«Dallo studiare durante tutta la settimana, passavo obbligatoriamente tutte le Domeniche in famiglia poiché non avevo il permesso di uscire la sera né di frequentare le ragazze e i ragazzi del luogo. Non stava bene per una ragazza del mio rango "mescolarsi" agli altri. Mia madre nutriva una profonda angoscia ed era in continua apprensione nei miei confronti. Voleva evitarmi eventuali sofferenze, proteggermi dalle persone e dalle situazioni difficili che in passato aveva lei stessa dovuto fronteggiare, alle prese con i giudizi, le critiche, i pettegolezzi della gente ignorante, retrograda e ipocrita pronta ad additare e a condannare».
In questo contesto, non c'è occasione per esprimere le proprie inclinazioni, desideri e sogni. Non ha voce in capitolo riguardo alla sua istruzione, al suo abbigliamento, alle amicizie, e nemmeno sulla scelta del compagno di vita. La madre è impaziente di "sistemarla" e ha già tracciato un piano dettagliato per il suo futuro.
*«Mia madre aveva scelto per me un ragazzo alto, magro, dallo sguardo glaciale e con l'accento tedesco. Piaceva a lei, non a me. Si trovavano bene insieme, ridevano, scherzavano, discorrevano piacevolmente per ore intere. Nessuna scintilla d'amore era scoccata in me ma per mia madre si trattava di uno sposo perfetto».
Un matrimonio per fuggire da una famiglia d'origine oppressiva si sarebbe rivelato un disastro certo. La sua vita borghese stava per giungere al termine, mentre le convenzioni che la sostenevano rimanevano profondamente radicati in lei, in netto contrasto con il desiderio di cambiarle. Desiderava tanto condividere con sua madre le sue emozioni, speranze e aspettative il futuro, ma il cuore della madre, già afflitto da troppe preoccupazioni e responsabilità, non aveva retto. Orfana di madre troppo presto e priva di sostegno da parte degli altri famigliari, si trovò obbligata a lottare da sola per liberarsi dal peso famigliare, dall'oppressione economica e dalle incessanti pressioni pscicologiche.
*«Un giorno, un fine pomeriggio di un gelido inverno mia madre spirò niente meno che ... tra le mie braccia! Uno shock tremendo per me che, in seguito a ciò, rimanevo paralizzata per metà corpo e completamente sola. Avrei voluto che mi conoscesse per chi ero veramente (forse, non sarebbe stata così tanto in ansia per me), confidarle in tempo i miei sentimenti, esprimerle il mio ideale di vita, spiegarle le mie ragioni per vivere secondo me e non secondo ciò che gli altri volevano o si aspettavano da me, lei compresa. Troppo tardi. Ora ero in balia dei miei fratelli, un vero dramma! Hanno approfittato della mia giovane età, della mia inesperienza, della mia ingenuità e genuinità, della mia bontà, per arraffare i beni più preziosi che mia madre possedeva e che per me riempivano il grande vuoto lasciato e serbavano il suo ricordo. Hanno tratto profitto anche dal fatto che ereditavo parecchio essendo la più piccola, ancora minorenne, quindi beneficiaria delle disposizioni tutelari materne. Posso dire con il senno di poi, senza esagerare, che mi hanno derubata con troppa facilità di molti miei averi ma all'epoca non me ne rendevo conto, troppo impegnata com'ero a soffrire e a piangere la prematura scomparsa di mia madre».
Inquadrata nel vecchio stile e senza recriminazioni nei riguardi della sua famiglia, sente, però, di non appartenere al costrittivo contesto ricco borghese da cui proviene. Matura in lei, sempre più, la necessità di respirare aria nuova, di vivere le esperienze con la crescente consapevolezza di poter scegliere autonomamente.
*«I tempi stavano cambiando e anche la società. Frequentando la scuola media, respiravo già quest’aria nuova. Le piccole ribellioni personali dettate dalle rivolte all’interno della scuola, gli atteggiamenti volutamente provocatori, il linguaggio, i gesti, i gusti erano in lotta con i miei princìpi borghesi da bambina bene educata e da ragazzina per bene. Iscritta ad una delle più prestigiose Università nella Facoltà di Diritto e Scienze Economiche e Giuridiche, continuavo a vivere il mio quotidiano bersagliato dai fenomeni isterici ed esaltati di quel periodo storico».
Attraverso lo studio, le conoscenze, le letture e i dibattiti a cui partecipa, prende coscienza delle sue potenzialità e di ciò che è veramente importante per lei.
*«Il progresso scientifico, le nuove scoperte tecnologiche, le conquiste civili, le lotte per i diritti umani, i movimenti giovanili non facevano che acuire il mio stato di ragazza giovane e sola, apparentemente indipendente, studentessa e lavoratrice ma con un vuoto affettivo da colmare. Mi mancava la presenza di mia madre, il calore di una casa e ricercavo un uomo da amare e che mi amasse».
La sua rivoluzione personale inizia in notevole ritardo e non sempre in concomitanza rispetto alle canoniche ondate del femminismo, con la piena convinzione della sua autonomia di pensare, di amare, di vivere. Tormentata continuamente e sfruttata economicamente da sorelle e cognati avidi e senza scrupoli, per salvaguardare il suo stato di salute mentale, difendere le proprie scelte di vita, la propria libertà di azione e di pensiero, decide di prendere le distanze, in tutti i sensi, quindi, di lasciare alle spalle tutto e tutti, gran parte della sua eredità, i suoi beni mobili ed immobili, il suo lavoro, infine la sua patria.
*«Non faccio altro che ripetermi "Coraggio! Vedrai che il futuro sarà migliore", invece non ci sono miracoli a questo mondo».
Per amore di un uomo tenace nel suo corteggiamento, determinato, carismatico e, soprattutto, rapita dall'incanto della sua affascinante città, si trasferisce con la speranza di trovarvi quel calore che i suoi famigliari continuavano a non darle.
*«È un delitto amare? Il genere umano crea le convenzioni, le religioni, il moralismo, l'ipocrisia, la disonestà».
Inizialmente, deve imparare una nuova lingua e fare i conti con una diversa cultura.
Fiera e orgogliosa delle proprie radici, coerente con la sua natura e accolta con diffidenza in quanto "forestiera", fatica a integrarsi e ad adeguarsi ad una mentalità troppo lontana dalla sua.
*«A che serve l'intelligenza quando vedi tutte le porte chiuse attorno a te? A cosa serve l'intelligenza se non a farmi capire di più l'inutilità, la disperazione, la solitudine?»
Parcheggiata in casa con un marito assente e dilapidatore, non si perde d'animo., Battagliera com'è e forte del suo bagaglio accademico e formativo, grazie alla conoscenza di ben cinque lingue straniere, agli studi giuridici e ai talenti artistici, ben presto trova opportunità lavorative retribuite e pro bono in vari ambiti: da speaker in reti radiofoniche nelle più importanti emittenti locali all'inviata a concerti, rappresentazioni, manifestazioni e intervistatrice a cantanti ed artisti di tutto il mondo, dalle esposizioni dei suoi dipinti in varie mostre collettive all'esibirsi come soprano di un noto Coro Gospel, dall'interpretariato presso tribunali, scuole, associazioni, ai servizi di traduzione professionali, dalla guida turistica nei musei all'insegnamento, dalla formazione in scuole e aziende, alla gestione dei corsi per imprenditori, affaristi, commercianti, enti pubblici e privati.
Nell’ambiente multiculturale in cui opera, è sul palcoscenico che manifesta pienamente le proprie potenzialità espressive, ricreando quell’atmosfera intellettuale e benevola a lei familiare.
La didattica e le arti sono la sua passione, la maternità la sua vocazione.
È nella formazione di una famiglia tutta sua che trova la sua massima realizzazione.
*«La chiamavano emancipazione. Una donna che non lavorava non era autonoma economicamente, perciò non era libera. Un concetto che mi lasciò per molto tempo perplessa».
Stanca di una vita professionale che la allontana dai suoi affetti e che non le consente di conciliare la carriera con la vita domestica, decide di rinunciare alle opportunità lavorative. Non vuole sacrificare la vita coniugale né trascurare la crescita e l'educazione dei suoi figli. Desidera essere una moglie e una mamma presente, perché in fondo ciò che desidera davvero è una famiglia amorevole.
*«Chiedo pace e amore, è forse troppo?»
Pur continuando a coltivare i suoi interessi per le lingue straniere, la musica, il pianoforte, il canto, il ballo, la lettura, la scrittura, il disegno e la pittura, forza creativa e rigeneratrice, vera e propria boccata di ossigeno per lei, è parte attiva in ogni aspetto della vita famigliare che antepone a tutto il resto.
Non sempre la sua dedizione e il suo impegno vengono riconosciuti e apprezzati dall'uomo che sposato, il quale si rivela essere un individualista egocentrico, focalizzato esclusivamente su se stesso.
*«La mia sete di vivere è difficile da controllarsi. Vegetavo da troppo tempo per via di una persona bramosa di ottenere una posizione vantaggiosa per sé, tralasciando i motivi che mi avevano spinto ad abbandonare tutto per lei. Devo trovare la forza di affrontare la situazione, di vincere. Se non alimentassi dubbi circa la probabilità di un Dio sopra la mia testa, la soluzione emergerebbe chiara e limpida. ...».
Con un marito che rifuggiva la paternità e con la salute precaria dovuta al parto,
vedendola sempre sola e sapendo delle sue difficoltà di adattamento, il medico che la segue le fa incontrare una ragazza che, come lei, ha appena partorito. Frequenta l’Accademia di Belle Arti, è di madre inglese e di padre francese e ha avuto una educazione molto affine alla sua. Nutre gli stessi interessi culturali, ha gli stessi punti di vista, solo che lei è, in tutto, una vera e propria artista.
*«Nacque una grande amicizia. Per parecchi anni coltivammo le nostre passioni e i nostri studi.
Purtroppo, a seguito di una sua seria crisi esistenziale, sentì la necessità di seguire un percorso spirituale che non volli condividere con lei. Questo segnò l’inizio delle difficoltà di comprensione reciproca. Si allontanò sempre più nonostante le mie continue dimostrazioni di vicinanza, affetto e di amicizia.
Le ero grata per essermi stata vicino nei miei momenti più bui, perciò non potevo dimenticarla.
Era e rimaneva sempre la persona a cui avrei voluto bene fino alla sua morte».
In ambito famigliare si ritrova ben presto in feroce lotta contro sua suocera e sua cognata da un lato e contro la più arpia delle sue sorelle dall’altro, intente a contendersi la figlia, decise a plagiarle la mente contro una madre, a loro avviso, incapace e indegna.
*«Non hanno neppure un briciolo di rispetto per la mia essenza. La bellezza, la sensibilità, la purezza, l'onestà, non acquisiti per moda o per snobismo ma reali perché insiti in me, la mia natura soffocata da un contesto attaccato solo al guadagno, al denaro, all'interesse».
Malauguratamente, non trova sostegno né conforto da parte di nessuno del parentado del marito, a lui solidale a prescindere e per nulla obiettivo nei crudeli pregiudizi verso una persona, ai loro occhi, troppo lontana dai loro canoni standardizzati. In verità, non sapevano rapportarsi con lei a causa di un complesso di inferiorità nei suoi confronti.
Come in un incubo, si ritrova a vivere nuovamente sola in un contesto famigliare a lei ostile. I suoceri avrebbero voluto una ragazza del luogo per il loro figlio, non certo una donna straniera che ha rinunciato a posizione, ricchezze e carriera.
Nemmeno la distanza geografica le risparmia i commenti severi di quella famiglia d'origine sempre pronta al varco, a condannarla per ogni sua scelta e, risentita per la sua partenza, incolpandola di aver agito impulsivamente e incoscientemente. Non le hanno mai perdonato di essersi liberata dalla loro morsa per poter vivere a modo suo. Coraggio che a loro è sempre mancato, imprigionati nella loro gabbia dorata e convinzioni limitanti.
*«Purtroppo, per la mia famiglia qualsiasi cosa facessi o pensassi ero e rimanevo sempre la pecora nera. Mi sentivo continuamente osservata, giudicata, criticata su tutto, pensieri e azioni. Le mie sorelle e i miei cognati non perdevano occasione di manifestare tutto il disappunto e il disprezzo che provavano nei miei confronti per il solo gusto di vedermi soffrire.
Il loro rancore mai sopito, la gelosia nei miei confronti mai dominata, la loro vendetta sempre in agguato non mi lasciavano molte alternative».
Si rende necessario, ancora una volta, fermare le troppe ingerenze nella sua vita, combattere per le sue scelte, la sua visione della vita, per difendere il suo piccolo mondo, preservare la serenità della sua famiglia, che per lei è tutto.
La sua famiglia d'origine se ne doveva fare una ragione così quella di suo marito e di tutti coloro che l'avrebbero ancora messa duramente alla prova, cercato di sottrarle l'affetto filiale, sminuire il suo valore, soggiogarla, plasmarla, screditarla, ostacolarla nel suo lungo e arduo percorso di crescita personale e spirituale come donna, professionista, moglie e madre in cerca solamente di accettazione e amore.
*«A poco a poco le numerose nuvole di pianto si trasformarono in nuvole d’argento poi in fiocchi di cotone dorato per assumere, infine, l’aspetto di soffici piume bianche trasportate leggere sulle onde del vento verso i cieli più clementi come uccelli di speranza».
-------------
L'amore per la vita, per l'umanità, per il mondo e il grande senso della dignità la portano a rispettare ogni forma di vita.
Grande camminatrice e fisico da ginnasta, vegetariana dalla nascita, è anche totalmente astemia, non beve alcolici, non ama il caffè e non ha mai fumato in vita sua.
Amante del focolare domestico caldo e accogliente, degli animali e della natura in generale, si circonda di bellezza e di funzionalità. La sua casa è sempre ospitale, in particolare, non è inconsueto ricevere a pranzo, a cena o solo per il tè pomeridiano (con tanto di golosi pasticcini), cantanti, musicisti, scrittori, poeti, pittori, architetti, archeologi, docenti, direttori d'orchestra e di musei, artisti provenienti da tutto il mondo.
Con le sue capacità, competenze e i suoi talenti di insegnamento, canto, danza, musica, scrittura, pittura, disegno, riesce a lasciare un segno che va oltre la mera conoscenza trasmessa. Merito del suo grande coinvolgimento e interesse attivo in tutto ciò che riguarda la famiglia, la partecipazione e il supporto ad ogni progetto scritto, audiovisivo e digitale della figlia, il dialogo, l'armonia, la complicità, regnano sovrani in casa. La serenità famigliare è assicurata dalla sua straordinaria capacità di combattere per ciò in cui crede, di mantenere saldi i suoi valori, di regalare il suo sorriso sempre anche nelle situazioni più avverse, di nutrire pazienza, fede e speranza qualsiasi cosa accada, di concedere amore, perdono e misericordia, di non giudicare nessuno per quello che appare, di far prevalere sempre la verità sulle false tesi, di filosofeggiare sugli eventi della vita.
Persona piacevole da ascoltare, data la sua notevole cultura, la ricchezza di esperienze vissute, il dinamismo intellettuale e il buonumore, Jocelyne è esempio di eleganza e di umiltà.
La "Figlia di Dio" non concepisce invidia, cattiveria, rancore o vendetta.
*«Qualcuno mi ha fatto notare che non sono mai stata fortunata con gli uomini sia che si trattasse di un fratello, sia di un marito, di un famigliare, di un parente qualsiasi, i quali anziché confortarmi, coccolarmi, proteggermi, difendermi, dimostrarmi affetto, solidarietà, sostegno, si sono rivelati a turno troppo concentrati su loro stessi, problematici, dediti al loro tornaconto personale. Posso affermare lo stesso di alcune mie amiche e delle mie sorelle, solo che loro lo mascherano meglio. Fortunatamente sorvolo, dimentico, vado e vedo oltre la miseria umana, riesco a perdonare facilmente, mi viene naturale».
Una donna dai mille pregi, con i suoi difetti addirittura simpatici e tenere manie che la rendono al tempo stesso fragile e forte, vulnerabile e intaccabile, flessibile e ostinata, incostante e coerente. Madre modello e moglie devota, lavoratrice libera e mai scesa a compromessi, amica fidata è, se non perfetta, indubbiamente eccezionale.
*Tratto da testi biografici raccolti in "Ricordi di una vita"