top of page

RACCONTARTICOLI

Dott.ssa Lydia

Cari lettori e care lettrici,

grazie per la vostra visita a questa pagina dedicata ai RACONTARTICOLI.

Eccovi alcuni dettagli per aiutarvi a orientarvi al meglio:

- la sezione RACCONTARTICOLI, è l'espressione di pensieri e idee che facilitano la comprensione di alcuni aspetti della realtà e il modo in cui ci si relaziona a essi;

- la sezione MI É STATO CHIESTO ... raccoglie le risposte alle domande a me rivolte nel corso della mia lunga carriera di scrittrice.

- la sezione INTERVISTA è la trasposizione scritta della mia intervista rilasciata a G. Dalle Molle, giornalista, editore, ideatore e direttore della rivista narrativa Inchiostro, con cui ho collaborato per diversi anni.

Mucchio di giornali
Copertina Raccontarticolo Ma chi te lo fa fare.jpg

Ma chi te lo fa fare

Copertina Raccontarticolo Persone inconcludenti.jpg

Persone inconcludenti

Copertina Raccontarticolo Ho ragione io!.jpg

Ho ragione io!

Scritto da una persona, non da una macchina

MA CHI TE LO FA FARE?*

RaccontArticolo

​​

Ma chi te lo fa fare?

Di prenderti tanti impegni, di correre come una pazza per riuscire a incastrare tutto?

Di riempirti le giornate all’inverosimile senza fermarti un attimo? 

Di infoltire l’agenda di incombenze, impegni e attività? 

Di sforzarti a ricordare date, compleanni, riunioni, assemblee, inviti, eventi?

Di essere attiva sui social, postando quanto sei brava, bella e buona con selfie sempiterni e onnipresenti a volontà?

Di andare in palestra, frequentare corsi, accompagnare in tutta fretta i figli a scuola, fare volontariato in patronato, renderti sempre disponibile e servile con tutti? 

Di caricarti di zaini, borse, cartelle, tabelloni, cose tue e dei tuoi figli, mentre tuo marito ha solo un piccolo e leggero marsupio con l’essenziale per lui?

Perché?

Perché credi in tutto quello che fai, mettendoci tutto l'amore possibile.

Perché lungo il tuo frenetico cammino incontri persone più brave di te, più impegnate di te, più disponibili di te, più efficienti di te.

Perché alla resa dei conti ricevi il doppio, forse il triplo di quello che hai dato.

Perché rafforzi le amicizie e ne trovi di nuove.

Perché non esiste un tesoro più grande da farti sentire ricca che non sia avere l’approvazione e l’affetto di tutti.

Povera illusa!

Così ti piace pensare per giustificare il tuo malessere interiore e compensare il tuo senso di insicurezza e di vuoto.

Perché mentre ti crei gli alibi ad hoc, tuo figlio cresce senza la presenza di sua madre troppo impegnata a competere, a primeggiare e a farsi commiserare dalle amiche uguali a te.

Tuo marito ha una vita a sé, ormai rassegnato e condannato a eseguire perfettamente gli ordini e le commissioni a lui assegnati, pena urla isteriche, critiche, rimproveri e insulti.

Le pastiglie per il tuo mal di testa, la tua insonnia, la tua ansia, i tuoi vari dolori indotti sono da tempo sulla lista della spesa.

Le tue giornate non sono mai abbastanza lunghe, i calendari, gli appunti, i bigliettini, le sveglie, i promemoria ti fanno sentire vitale e indispensabile.

Mentre la tua vita di coppia annaspa nella sua routine fatta di tabelle di marcia quotidiane e hai abilmente subissato i tuoi figli di ogni genere di occupazione tra sport, balletto, corsi di lingue, parrocchia, ... per poi parcheggiarli nei tempi morti dai nonni o dalle tate, guardi di sfuggita e nei ritagli del tuo prezioso tempo le foto dei tuoi bambini sulla scrivania al lavoro, sul cellulare, nel portafoglio, con un profondo senso di colpa, perché non li puoi adeguatamente educare, non riesci nemmeno a riscattarti nei giorni festivi, baratti la tua presenza con valanghe di giocattoli e paghette eccessive per conquistare il loro affetto e rispetto.

Forse, sei solo un’egoista. Non vuoi rinunciare a nulla, forte della convinzione che il multitasking è necessario, è inevitabile, è doveroso per ogni donna.

Il paragone con le altre tue amiche mamme, colleghe in carriera, conoscenze interessate, scatta in automatico.

​La gara è sempre aperta.

Ti senti costantemente sotto esame, giudicata, osservata, valutata, così reputi la tua superbia autorizzata a condannare ed escludere dalla tua cerchia le donne che non sono come te, che non pensano come te, che non agiscono come te.

​Chi non ha figli non può capire, chi non è sposata non può capire, chi non lavora fuoricasa non può capire.

​Senza mai ammetterlo, in fondo sei gelosa e invidiosa di chi riesce ad avere un matrimonio sano, di chi opta con coraggio per la vita domestica per il bene della famiglia, di chi si accontenta umilmente di vivere con un solo stipendio senza pochi sacrifici, di chi decide di non mettere al mondo dei figli per non sacrificarli sull’altare dell’egocentrismo, di chi volontariamente si ritaglia del tempo per rilassarsi, leggere, meditare, coltivare in tutta tranquillità le amicizie senza pregiudizi e i passatempi, di chi si impone di godersi la vita senza condizionamenti, di chi si è felicemente ritirata dalle folli corse di sfinimento collettivo femminile, di chi ha scelto, prima di tutto, il suo benessere psicofisico, di chi non si rifugia dietro a pretesti di comodo e attenuanti di parte.

​Lungo il tuo frenetico cammino guardi e ammiri chi è più impegnata di te, ma chi è più equilibrata di te vive molto meglio e più a lungo.

Stancandoti, logorandoti e facendoti sopportare a casa, sul luogo di lavoro, sui social, in famiglia non fai un favore al mondo. Alla ricerca di solidarietà, elogio, comprensione e sostegno, non fai di te una bella persona.

Chiunque ha una vita già piena di doveri, senza il bisogno di crearsene degli altri.

Una donna iperattiva, nervosa e stressata oltremisura è davvero un bel modello da prendere ad esempio?

Perché ti sei sposata, hai avuto dei figli, hai un lavoro dentro casa e ne cerchi uno fuori, quando hai la fortuna di farne a meno. Perché vai sempre di corsa, in lotta contro il tempo, ti circondi di

persone adoranti più frustrate di te, ti

prendi mille e più incarichi?

Ma chi te lo fa fare?

Se è una tua libera scelta consapevole, almeno abbi la decenza di non lamentarti.

​​​​

*Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale poiché ogni storia, raccontarticolo e racconto è opera di fantasia e frutto dell'attività creativa dell'autrice.

PERSONE INCONCLUDENTI*

RaccontArticolo

Quante volte è capitato nel corso della vita di incontrare, conoscere, frequentare una o più persone inconcludenti?

Sembra incredibile di quante ce ne siano.

Tutt’al più sono individui, uomini e donne, simpatici, sinceri, attraenti, intelligenti, acculturati.

Con la loro bella faccia tosta sono sempre in movimento, assaliti da una frenesia costante che si manifesta nell’avere molte attività, relazioni sociali, idee brillanti, ma che finiscono con un nulla di fatto.

Queste persone, infatti, sono incapaci di finalizzare un progetto, di concretizzare un proposito, di impegnarsi a lungo termine.

La tenacia e la costanza si scontrano con la nebulosa dei loro pensieri che rimangono tali senza compimento in azioni o fatti reali.

La praticità è sconosciuta agli inconcludenti a cui piace crogiolarsi nella propria confusione mentale, vantarsi di avere notevoli amicizie e di trasmettere energia, entusiasmo, vitalità.

Questo dispendio di forze non è indirizzato a portare avanti un risultato tangibile, solo tanta fatica e molto fragore per nulla.

Gli inconcludenti riescono a mostrarsi ottimisti, generosi, sanno farsi piacere e amare, poiché sfoderano grandi doti attoriali, promettono e sanno essere anche molto convincenti, macinano speranze e mietono illusioni.

Il magnetismo è tale che molte persone sono ammaliate da loro.

Sono anche spesso fautori di molte iniziative sociali, sono onnipresenti a eventi e grandi affabulatori, sanno approfittare delle abilità altrui per poi spacciarle per proprie.

Si fanno fotografare, si fanno invitare, si fanno presentare, si fanno ambire.

Sprigionano gioia ed entusiasmo contagiosi che si esauriscono quando l’apparenza lascia il posto all’approfondimento.

I socievoli a oltranza inconcludenti sono di sovente dei solitari immersi nella mischia in cerca di approvazione e di accettazione, di riconoscimento e di gratificazione personali. Sono insicuri, infantili, immaturi, egoisti ed egocentrici, poiché tutto deve essere fatto come, quando e dove vogliono loro, pretendono senza in cambio donare, si agitano e si mettono sulla difensiva quando qualcuno osa criticarli, attaccano quando si sentono minati da una persona che non si inchina al loro cospetto.

Immuni dal loro fascino fuorviante le persone con i piedi per terra ostacolano le manie di grandezza degli inconcludenti che a parole non hanno eguali, ma in quanto a fatti scarseggiano di traguardi raggiunti.

Vite condotte con un obiettivo preciso senza saperlo perseguire, percorsi di studi altalenanti e zoppicanti, lavori senza convinzioni, relazioni superficiali, intenzioni che cadono nel vacuo si accompagnano al sogno e alla visione ideale degli inconcludenti.

Essi non hanno la percezione di esserlo anzi, si credono realisti, pratici, stacanovisti e si offendono se gli si fa notare il contrario.

Il loro problema è di perdersi nella prolissità della loro mente, di coinvolgere conoscenti e amici in imprese destinate a fallire.

Abituati come sono a gestire il loro tempo da soli e per sé stessi, gli inconcludenti non sanno interagire alla pari, non tollerano intrusioni, osservazioni, vie alternative.

Danno per scontato che tutto ciò che passa loro per la testa sia chiaro e indiscutibile ai terzi, che il loro ambiente sia organizzato al meglio.

Poco importa se l’improduttività, l’incoerenza e la mancanza di logica siano l’effetto di astrattismi virtuosi, concetti utopistici, parole al vento.

Gli inconcludenti vogliono avere sempre ragione, non si lamentano, non hanno coscienza dei problemi né se li creano, semmai sono gli altri che non li capiscono, non li assecondano, non li seguono.

Non c’è niente che si possa fare per loro, non si possono aiutare, tantomeno cambiare.

Chi non ama girare a vuoto, lasciarsi prendere in giro e perdere tempo lasci gli inconcludenti alla loro inettitudine.

*Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale poiché ogni storia, raccontarticolo e racconto è opera di fantasia e frutto dell'attività creativa dell'autrice.

HO RAGIONE IO!*

RaccontArticolo

Una serratura rotta.

Chi la deve aggiustare, il proprietario Damiano o l'inquilino Mauro?

In seguito a numerose consultazioni di articoli, commi di codice civile, leggi e norme contrattuali, è emerso chiaramente che, nel caso specifico, l'inquilino è responsabile per le spese di riparazione. Tuttavia, l'inquilino si oppone non per una solida comprensione dei suoi diritti e doveri, ma piuttosto per orgoglio, una visione personale e una certa avarizia.

Damiano insiste di avere ragione, mentre Mauro si rifiuta di ascoltare. I toni tra i due si intensificano sempre di più. La situazione sembra senza via d'uscita.

Il proprietario, che ha ragione, e l'inquilino, che si rifiuta di ascoltare, stanno deteriorando un rapporto che era sempre stato ottimo. Entrambi si trovano coinvolti in una personale "battaglia" che potrebbe sfociare in una causa civile, richiedendo l'intervento di avvocati e causando una perdita di tempo ed energie. Finiranno per spendere molto più di quanto servirebbe per una semplice riparazione e rischiano di compromettere irreparabilmente un legame di rispetto e stima costruito nel tempo.

Il proprietario, una persona saggia che ha tutte le ragioni e la legge dalla sua parte per richiedere la riparazione a spese dell'inquilino, il quale si dimostra arrogante e poco informato, decide di mettere fine a questa situazione deteriorante. Con un gesto di grande generosità, si fa carico della spesa, augurando all'inquilino ogni bene.

​Il proprietario, interrogato sul motivo del suo gesto, ha risposto con saggezza: "Ci sono già troppe nel mondo, troppa aggressività e ostilità tra le persone, e numerose difficoltà nella vita. Perché mai dovrei rovinare ulteriormente le mie giornate per una questione così insignificante?"

Quante volte una parola pronunciata nel modo sbagliato o al momento inopportuno rovinano un rapporto? Quante volte ci ostiniamo su questioni futili, ci comportiamo con arroganza per principio o per orgoglio, e continuiamo a mantenere atteggiamenti che logorano sia noi stessi che gli altri? Quante volte vogliamo imporre le nostre ragioni a tutti i costi, anche quando ciò porta a conseguenze negative, specialmente nelle relazioni con le persone a cui teniamo di più?

Ogni tanto, fermarsi alettere, fare un passo indietro e non insistere a tutti i costi, scegliendo la serenità, non implica essere perdenti, sottomessi o deboli, come potrebbe erroneamente pensare l'altra parte. Significa, invece, dare priorità a ciò che in quel momento consideriamo realmente importante.

Il proprietario aveva compreso che trovare un punto d'incontro era impossibile e che un approccio di "muro contro muro" non avrebbe mai portato a buoni risultati. Continuare a mantenere le proprie posizioni opposte avrebbe inevitabilmente innescato uno scontro sempre più dannoso, senza alcuna garanzia di una risoluzione a suo favore. Pertanto, se l'inquilino non fosse "retrocesso", sarebbe stato suo compito, in quanto persona più saggia e lungimirante, mettere fine alla questione nel modo meno doloroso possibile.

Il proprietario, con il suo gesto, ha ottenuto ciò che desiderava di più: preservare il buon rapporto con l'inquilino, che aveva sempre onorato puntualmente il pagamento dell'affitto. L'inquilino, infatti, non avrebbe mai sostenuto quella spesa.

Giusto o sbagliato che sia hanno entrambi ritrovato un equilibrio e l'armonia di un tempo.

- Preoccupati di essere felice. Non di avere ragione. -

(Buddha)

*Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale poiché ogni storia, raccontarticolo e racconto è opera di fantasia e frutto dell'attività creativa dell'autrice.

Biglietto da visita - Riflessi di Una Mente
  • Gruppo Facebook Diventa consapevole della tua vita!
  • Canale Youtube Riflessi di Una Mente
  • Bacheca Pinterest
bottom of page