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CREATIVITÀ VANDALICA

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 18 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 mar



Negli anni, nuove tendenze creative sono emerse in vari settori, tra cui moda, design e arte, attraverso un mercato dell'arte non convenzionale. Il “graffitismo” o disegno murale, fenomeno giovanile e forma di espressione sociale e culturale, è nato negli anni '40 in America e ha evoluto significati nel tempo. Ogni writer (in italiano "scrittore") imprime la propria creatività attraverso stili unici, noti come tag (in italiano "etichetta"), che rappresentano l'alter ego dell'artista e possono anche indicare un gruppo di amici (in inglese crew) o una banda (in inglese gang). Questi tag possono apparire su vari oggetti (in inglese gadget), combinando estetica e rapidità di esecuzione.

Il throw-up (lett: "far emergere") è un marchio stilizzato, rapido, di grandi dimensioni e usato prevalentemente dai bomber (chi bombarda quando tinge attivamente più che qualitativamente) che hanno come prerogativa quella di raggiungere al più presto la fama a colpi di vernice spray e di maschere normografiche.

Il writing, ispirato alla pittura murale (murales), ha acquisito una sua dignità artistica, contestualizzando la street art (in italiano "l’arte di strada") nello spazio che la circonda. Utilizzando tecniche utilizzate quali spray (in italiano "vaporizzatori"), stencil (in italiano "stampi"), stickers (in italiano "adesivi"), poster (in italiano "manifesti"), installazioni, performance (in italiano "rappresentazioni"), crea opere durature che interagiscono con un pubblico eterogeneo attraverso le firme illeggibili dei poser (lett: chi posa).

Questa forma d'arte è caratterizzata da una forte trasgressione delle regole e dalla noncuranza verso le leggi.

La differenza tra vandalismo (lato di distruggere o guastare, per ignoranza, inciviltà e insensibilità) e writing è chiara.

I veri artisti proiettano in ogni forma artistica una componente estetica, una scelta di tecnica espressiva. Dietro ogni forma d’arte di un artista di strada, infatti, si percepisce studio, ispirazione, stile inconfondibile, rispettando gli spazi e evitando di imbrattare edifici storici. 

Lo street artist, il graffiti writer e il post-graffiti artist eseguono un’opera su supporto pubblico messo loro a disposizione in concorrenza o in concorso con altri creativi per abbellire zone urbane grigie e anonime.

Schizzi, disegni, forme, definiscono la persona, il suo modo di essere e di fare contraddistinguendola da ogni altra. Così, massi informi di colori e scritte incomprensibili su ogni superficie prese a casaccio di un vandalo incappucciato munito di bomboletta spray sono solamente espressioni di problemi psichici, di disagio sociale, di malessere interiore e di disprezzo verso la collettività di cui è parte. Che sia in un contesto storico, in un quartiere periferico, sul mezzo pubblico, su un bene privato, lo scarabocchio di cui si rende artefice il vandalo o vandala imbruttisce, avvilisce, degrada l’ambiente. Rovina, altresì, l’immagine, la nomea e l’operato del “graffitaro” responsabile e civile che opera legalmente in appositi spazi.

La pratica del vandalismo è punita dall’articolo 639 del codice penale italiano.

Riuscire a cogliere sul fatto, tramite l’installazione di telecamere e il massiccio controllo del territorio, uno pseudoartista vandalo e sanzionarlo, facendo pulire ciò che ha imbrattato, con l’obbligo di frequentare un corso intensivo di rispetto per i beni pubblici (quindi, anche suoi) e di arte pittorica, forse, sarebbe di esempio per gli altri e avrebbe più effetto di una semplice multa.


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