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  • Riflessi di Una Mente

CREATIVITÀ VANDALICA



Nel corso degli anni, nuove tendenze creative si sono fatte strada nel settore dell’abbigliamento, del design, della pittura, della scultura, della grafica, dell’illustrazione, della moda, della fotografia, dell’architettura, della tipografia e della pubblicità, attraverso un sistema non convenzionale del mercato dell’arte.


Il fenomeno, prettamente giovanile, del “graffitismo” (o del disegno murale) non segue schemi tradizionali, è, altresì, un’espressione sociale, artistica e culturale, dotata di propri codici linguistici e stilistici, nata in America negli anni 40 per proseguire con varie evoluzioni di contesti e significati fino al giorno d’oggi.


Ogni “writer” (scrittore) manifesta la propria creatività attraverso la personale ricerca artistica, Inclinazione o provenienza degli spazi adibiti dalle amministrazioni comunali. Il o la “tag” (etichetta) è lo stilema, lo pseudonimo, l’alter ego, la firma, il nome caratteristico unico e distintivo di ogni artista da far notare, diffondere e riconoscere.


“Tag” può anche rappresentare un gruppo di amici (“crew”) o di una banda (“gang”) può essere divulgato sotto forma di un ciondolo, un tatuaggio, una scritta su una maglietta, su un cappello, su un qualsiasi oggetto (“gadget”). In ogni caso, dato di tentativi, più o meno riusciti, di coniugare estetica e velocità di esecuzione.


Il “throw-up” (lett: far emergere) è un marchio stilizzato, rapido, di grandi dimensioni e usato prevalentemente dai “bomber” (chi bombarda quando tinge attivamente più che qualitativamente) che hanno come prerogativa quella di raggiungere al più presto la fama a colpi di vernice spray e di maschere normografiche.


Il “writing”, ricordando la pittura murale (“murales”), ha trovato una connotazione culturale indipendente e una propria dignità artistica contestualizzando la “street art” (l’arte di strada) nello spazio che la circonda, proponendo un’opera d’arte duratura che interagisca con il pubblico eterogeneo tramite le tecniche utilizzate quali “spray” (vaporizzatori), “stencil” (stampi), “stickers” (adesivi), “poster” (manifesti), installazioni, “performance” (rappresentazioni).


Si tratta sicuramente di arte dotata di forte trasgressione delle regole e della noncuranza delle leggi le firme illeggibili dei “poser” (lett: chi posa).


La differenza tra vandalismo (lato di distruggere o guastare, per ignoranza, inciviltà e insensibilità) e “writing” è nota. Un tipico atto vandalico presenta in ogni forma artistica, una componente estetica, una scelta di tecnica espressiva. Dietro ogni forma d’arte di un artista di strada, infatti, si percepiscono studio, ispirazione, stile inconfondibile.


Solitamente il “writer” si dimostra più rispettoso degli spazi in cui opera, è più preparato artisticamente e più consapevole del proprio talento evitando di imbrattare gli edifici di interesse storico, I monumenti, I portoni dei palazzi, le serrande dei negozi, I muri delle case, le colonne dei sottoportici.


Lo “street artist”, il “graffiti writer” e il “post-graffiti artist” eseguono un’opera su supporto pubblico messo loro a disposizione in concorrenza o in concorso con altri creativi per abbellire zone urbane grigie e anonime.


Schizzi, disegni, forme, definiscono la persona, il suo modo di essere e di fare contraddistinguendola da ogni altra. Così, massi informi di colori e scritte incomprensibili su ogni superficie prese a casaccio di un vandalo incappucciato munito di bomboletta spray sono solamente espressioni di problemi psichici, di disagio sociale, di malessere interiore e di disprezzo verso la collettività di cui è parte. Che sia in un contesto storico, in un quartiere periferico, sul mezzo pubblico, su un bene privato, lo scarabocchio di cui si rende artefice il vandalo o vandala imbruttisce, avvilisce, degrada l’ambiente. Rovina, altresì, l’immagine, la nomea e l’operato del “graffitaro” responsabile e civile che opera legalmente in appositi spazi.


La pratica dell’imbrattamento e del deturpamento di cose altrui è condannata, punita e sanzionata dall’articolo 639 del codice penale italiano.


Riuscire a cogliere sul fatto, tramite l’installazione di telecamere e il massiccio controllo del territorio, uno pseudoartista vandalo e farlo ripulire delle sue schifezze, con l’obbligo di frequentare un corso intensivo di rispetto per i beni pubblici (quindi anche suoi) e di arte pittorica, forse, sarebbe di esempio per gli altri e avrebbe più effetto di una semplice multa.


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