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  • Riflessi di Una Mente

LA FEDE



La necessità impellente di tutti gli Esseri umani di credere in qualcuno o in qualcosa è una verità accertata.


In ogni parte del mondo, nelle diverse popolazioni, nelle svariate espressioni, nelle più disparate circostanze, la preghiera aiuta, sostiene, incoraggia.

Molti asseriscono di non credere in Dio ma nel destino, tanti non si reputano fatalisti ma realisti, in parte non superstiziosi ma scaramantici.

Magia, Ufo, Alieni, Fato, Dio in tutti i suoi innumerevoli nomi e forme, Entità Superiori, Cellule di energia, Forze Celesti, Elfi, Folletti, Madre Natura, Guru di turno, si confondono a seconda delle latitudini e longitudini dando vita ai tre grandi punti interrogativi che si sono posti almeno una volta nell’arco dell’intera esistenza: “Chi sono?", "Perché esisto?", "Che senso ha la mia vita?”


Filosofie e religioni, culture e tradizioni, movimenti, correnti e quant’altro cercano di fornire delle spiegazioni, degli spunti, dei ragionamenti, delle riflessioni, dei dibattiti, delle opinioni, delle convinzioni, delle teorie.


Al di là delle contraddizioni e delle manipolazioni delle fonti attendibili o no, la questione è semplice: o si crede o non si crede.


Fede e scienza, Oriente e Occidente, evoluzione e creazione, resurrezione e reincarnazione creano non poca confusione, ma è proprio grazie al dubbio, alla paura, al continuo esasperato bisogno di “Sapienza” che si giunge, non alla Conoscenza Suprema, che forse ci chiarirebbero scopo, significato ed eventuale destinazione, dato lo status limitato di Essere Umano, ma alla soggettiva convinzione, giusta o errata che sia, di vivere consapevolmente questo breve percorso concessoci sulla Terra.


Ognuno è libero di credere, esitare, diffidare, ipotizzare e, alla fine, scegliere liberamente quale conclusione sia più congeniale, comoda, fedele, coerente alla propria mentalità, educazione, istruzione e/o esperienza di vita.


È bene avere una cultura generale, un’informazione esaustiva, una panoramica delle più svariate dissertazioni sul tema per uscire dall’ignoranza ma quando si scende nel profondo "Io" in ricerca dell’Essenza Prima tutto si complica.


Poiché il Mistero della Fede è grande e da soli molto non si capisce, si cerca di affidarsi ad una Chiesa, ad una Guida Spirituale che sappia dare il giusto indirizzo verso quella che si spera svelare la Verità Assoluta.


Luoghi di culto e predicatori esistono per questo scopo e in loro si rimettono tutti i “perché”, le debolezze, i peccati pensando che abbiano una sorta di Potere Speciale in grado di non deludere le aspettative. Potere sì, ma non sempre volto a favore delle povere anime. Scandali finanziari e sessuali, combutta con la criminalità organizzata, litigi per i beni materiali, accumulo di ricchezze sotto varie forme, ingerenze negli Affari di Stato e molto altro si sprecano in articoli di giornali, servizi televisivi e pubblicazioni di libri e riviste.


A parte lo scalpore e lo sdegno che apportano alla gente comune questi riprovevoli fatti, la coerenza dovrebbe essere d’obbligo per chi si assurge a Ministro di Dio e Rappresentante dei valori etici e morali della collettività tutta.

Sorge, quindi, spontaneo chiedersi: “Com’è possibile spacciare le prediche settimanali per sentenze inappellabili senza tenere conto che anche chi predica è un Essere umano perciò fallibile al pari degli altri suoi simili?”

“Come può una persona ritirata dedita solo a studi e preghiere dispensare consigli utili alla vita attiva sociale di tutti i giorni?”

“Come può una persona sostenere corsi, dibattiti, discussioni, su temi quali il matrimonio, il lavoro, la procreazione, essendo a lei preclusa la possibilità di farne personale esperienza?”


Per non parlare dell’Amore. Se Dio è Amore, come spiegare l’inquisizione, le guerre tra gli ortodossi e i cattolici, la questione ebraica, le stesse fratture e incomprensioni interne tra i Cristiani, le crociate e le liquidazioni di massa pagane?

Con quale coraggio si condanna l’aborto in nome della sacralità della vita quando nella città del Vaticano vigeva la pena di morte fino a poco tempo fa?

Chi ha il coraggio di condannare la contraccezione in quei paesi dove fame, malattie, carestie, guerre tribali, variazioni climatiche estreme non garantiscono ai nascituri e agli stessi genitori una garanzia di sopravvivenza e una vita dignitosa?

Chi si permette di escludere un divorziato dalla comunione (a meno che non paghi) quando nella Messa ha predicato a gran voce: “Non giudicare il prossimo tuo?”


La pace è, a parole, un valore da difendere, un’utopia da realizzare, un’ideale da concretizzare, ma nei fatti mai si è pensato di scomunicare un guerrafondaio di qualsivoglia paese e di togliere gli investimenti in azioni di aziende del traffico di armi.

E poi, dove trovano fondamento l’indulgenza e la questua?


Rammentando che qualsiasi rappresentazione pittorica e scultorea è opera dell'uomo e che, invece, Dio deve essere adorato in sé, la venerazione di santi, angeli, statue, non è idolatria? L’intercessione, la grazia e le reliquie più che professione di Fede non sembrano religiosità popolari?


I voti di Umiltà, Carità, Obbedienza ovvero Servizio, Povertà e Castità appaiono apparentemente sempre più infranti.

Chi predica l’umiltà e la povertà e condanna la vanità, però, sfoggia abiti talari di vari modelli, colori, tagli, con colletto a “V” o girocollo, manicotti, occhielli, bordi e fodera, ferraioloni, bottoni, cordoni pettorali, berrette e mantellette a prezzi da far rabbrividire un povero onesto lavoratore che fa immensi sacrifici per sfamare tutta la sua famiglia. Tutto ciò non è molto credibile.


Chi emette voto di castità per poi mettere al mondo dei figli ipocritamente non riconosciuti, chi abbraccia la virtù teologale della carità innamorandosi di una persona senza poterlo rivelare, chi si professa a servizio della gente mentre è, in realtà, alla mercé dei potenti, probabilmente fa parte di un sistema che non funziona.


L’elenco di crimini e misfatti è lungo ed è impossibile non notare quanto marciume e quanta ipocrisia ci sia dietro e dentro l’Istituzione della Chiesa.


È comunque fin troppo facile fare propaganda qualunquista, fare di tutte le erbe un fascio, condannare e criticare tutti per colpa, si spera, di pochi. Un buon credente si esime dal farlo. A lui interessa la Parola di Dio, non le manipolate interpretazioni, le corrotte e inquinate manifestazioni, i falsi esempi propinati come idoli e i favori dispensati a “cani e porci”.


Un credente professa la sua Fede senza gli sfarzi di una “Dimora di Dio” piena di ori e di opere pregiate, senza l’intermediazione di un altro Umano che, come lui, è un comune mortale e peccatore, senza frequentare gente che predica bene e razzola male.


Un buon credente nutre Speranza nel genere umano, che qualcosa di buono ancora ha, mediante gli atti e le convinzioni di chi è in vera missione umanitaria armato solo di Forza e di Volontà e non certo di armi; nutre Fiducia in un Dio sempre presente in ogni dove, malgrado le difficoltà.

I suoi gesti, i suoi comportamenti, i suoi pensieri sono in armonia con le parole proferite, testimonianza di una Fede autentica a beneficio del prossimo senza fasti, né gloria né onori. In giro per il mondo o chiuso nel buio della sua stanza, egli prega a voce alta e in silenzio perché Dio ascolta ciò che si dice e ciò che si sente nell’intimo. Non si può, infatti, ingannare Colui che ha, non si sa bene per quale motivo, creato o forse no, l’Essere umano a sua immagine e somiglianza.


La beneficenza e l’elemosina non hanno valore agli occhi di Dio se non accompagnati dalla bontà d’animo. Non è attraverso il denaro, le grandi opere, le occasioni mondane che si raggiunge l’Altissimo ma attraverso la vita quotidiana mediante un sorriso, un’offerta di assistenza, un pensiero gentile, un augurio di bene.


L’esperienza della morte è di tutti e nessuno sa con certezza se e cosa ci sarà dopo.

La Fede è un dono che fa la differenza in vita aiutando a sdrammatizzare i momenti non facili, ad alleviare le sofferenze, a guardare il lato positivo di una realtà non sempre rosea, a stare sereni con sé stessi e benevoli con gli altri, senza falso buonismo, ad avere pazienza, ad accettare le sventure come prove e non come sfortuna, ad avere, infine, quella luce negli occhi che spalanca le porte all’Eternità.


RIFLESSIONI

Pensare alla morte può sembrare alquanto strano eppure è un evento inevitabile della vita di ognuno. Ciò non deve condizionare la quotidianità in maniera negativa, anzi dovrebbe valorizzarla facendola apprezzare in ogni suo aspetto.


Tu quale atteggiamento hai nei confronti della morte? Preferisci evitare l’argomento? Ti infastidisce, ti impaurisce, ti crea disagio oppure hai un approccio consapevole di connessione? Come hai elaborato un eventuale lutto di una persona a te molto cara?


🎬 Guarda il video "Come affrontare un lutto in maniera consapevole" per mettere in pratica da subito i 9 accorgimenti.

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