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SALUTE A TUTTI

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 25 mar 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 mar



Sembra che gli esperti del benessere salutare siano tutti concordi nell'affermare che attività fisica e intellettuale, corretta alimentazione e sane abitudini concorrano alle buone funzionalità del corpo e della mente.

In caso di malattia, patologia o altro disturbo l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, recita:

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Dallarticolo 53: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».

Tutti hanno, di conseguenza, il diritto sancito costituzionalmente di essere visitati, curati con pari opportunità nel rispetto della dignità nella persona del paziente.

Il paziente dal latino patiens ovvero “sofferente” o “che sopporta” deve subire, infatti, i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale a seconda delle classi di priorità date dal medico curante. Quest'ultimo ha il compito di alleviare le sofferenze secondo le regole sancite dal Giuramento di Ippocrate seguendo i protocolli di cura, disponendo di apparecchiature efficienti e di farmaci idonei messi a disposizione.

La corretta erogazione delle prestazioni dovrebbe garantire una diagnosi e cura precise per i cittadini, ma la malasanità e l'incuria hanno reso alcuni medici corruttibili e inaffidabili o paurosi di denunce.

Una diffusa mentalità di superbia medica e subordinazione del paziente ha trasformato il sistema sanitario in uno strumento di decisione e appropriazione indebita di scelte. La dignità delle persone e le gerarchie mediche non sono più allineate, sostituendo l'equità e la trasparenza con interessi e speculazioni.

​Le riunioni e i congressi si concentrano sui progressi individuali piuttosto che sull'analisi dei problemi e sulla ricerca di soluzioni per i cittadini. Si è perso di vista il valore della persona e il suo diritto a ricevere cure al di là degli interessi commerciali delle industrie farmaceutiche e di certe pratiche politicizzate dilapidatrici di raccomandazioni e nepotismi. I malati, bistrattati, frustrati e sfiduciati, credono erroneamente che la qualità delle cure dipenda dalla consistenza del proprio portafoglio, creando una gerarchia ingiusta tra chi necessita di assistenza.

Spesso si affida il compito di assistenza ai pazienti a idealisti che offrono aiuto gratuitamente, affrontando diverse problematiche. Neppure i tentativi di solidarietà riescono a salvare chi è intrappolato nella farraginosa burocrazia e nelle responsabilità rimpallate. Così, le famiglie si trovano sole a gestire i propri cari, affrontando sacrifici di tempo e denaro per compensare la mancanza di serietà e fondi da parte di chi dovrebbe garantire servizi adeguati.

La comunicazione e la collaborazione mancano tra uffici e studi medici, con ognuno che opera nel proprio ambito senza considerare gli altri. Le interferenze sono poco tollerate, minacciando l'immagine di colleghi ritenuti intoccabili. Tuttavia, ci sono professionisti che svolgono il loro lavoro con dedizione e umiltà, offrendo un ottimo servizio al prossimo. 

È a queste persone, oneste, intelligenti e poco consoni ai giochi di prestigio, potere e interessi, che la sanità deve, malgrado tutto, una certa credibilità, nell'ottica comune che si è tutti cittadini di uguali diritti e doveri e che tra chi, oggi, si crogiola in una sprezzante presunzione di un'autorevole posizione di camice curante, non debba mai, un domani, essere trattato, a sua volta, da malato costretto ad essere molto “paziente”.


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