top of page
  • Riflessi di Una Mente

UNA BELLA FESTA



Natale deriva dal latino “Natalis” che significa "relativo alla nascita" ed è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù.

Non essendo la data riportata nei Vangeli, i cristiani ne scelsero diverse, tanto che il filosofo Clemente Alessandrino (150 - 215 d.c.) scriveva: “Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno” (Stromata, I,21,146).


Simbolicamente la nascita di Gesù fu fissata il 25 dicembre nel IV secolo da Giulio I con la volontà di cristianizzare un'antica festa pagana, quella del Sol invictus (trad.: Sole mai sconfitto), associando, di fatto, il Simbolismo solare con Gesù, ed è, tuttora, la solennità più popolarmente sentita, festeggiata e omaggiata in tutto il mondo da chi professa la fede cristiana.


Le origini si vogliono del XVI secolo sulla base di preesistenti tradizioni cristiane e pagane nel mondo tedesco. Nell’XI secolo, nel freddo e nevoso Nord Europa durante il periodo d’Avvento, vi erano rappresentazioni sacre tratte dalla Genesi della Bibbia e un abete raffigurante l’albero “della conoscenza del bene e del male”, simbolo della vita del giardino dell’Eden, sul quale pendevano dei frutti.

Da quell'antica tradizione l'abete di Natale venne a simboleggiare la figura del Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccati umani.

In ricordo di ciò si è iniziato ad adornarlo di luci, festoni, dolci, addobbi vari.


Per completare il quadro non mancano il calendario dell'Avvento, la tradizione del presepe (derivato da rappresentazioni medievali della natività di Gesù), la figura di Babbo Natale (un anziano signore dalla lunga e folta barba bianca derivante dalla figura storica di San Nicola di Bari) che distribuisce doni ai bambini buoni, lo scambio dei regali sotto l’albero la sera della Vigilia o la mattina del 25 dicembre.


Alle festività natalizie sono legati anche i canti natalizi, l'agrifoglio, il vischio, la stella di Natale, il panettone, il pandoro, il tronchetto (Bûche de Noël), lo zampone, il cotechino.


Il Natale si rivela essere uno dei maggiori temi dell'arte cristiana continuando a ispirare numerose opere che comprendono, oltre alle tradizionali pitture, sculture e musiche sacre, anche film e romanzi.


In letteratura, è famoso il racconto Canto di Natale di Dickens (1843), in pittura l'affresco sulla Natività di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305), nella musica Adeste fideles trascritto da John Francis Wade (1743), Stille Nacht di Joseph Mohr e Franz Xaver Gruber (1816), Jingle Bells di James Pierpont (1857), l'immancabile celebre canzone natalizia francese Petit Papa Noël (trad.: Piccolo Babbo Natale), scritta dall'autore del testo Raymond Vinci e l'autore della melodia Henri Martinet e il cui interprete originale è il cantante e attore Tino Rossi, il quale la eseguì per la prima volta nel 1946 nel film Destins di Richar Pottier. Si tratta del disco più venduto di sempre in Francia e divenuto un classico in moltissimi altri paesi.

In Italia non si può dimenticare Tu scendi dalle stelle di Alfonso Maria de' Liguori (1754), nella cinematografia, invece, La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946) e Il miracolo della 34ª strada di George Seaton (1947).


Sacro e pagano, cristiano e laico, il Natale è una bellissima festa da trascorrere in famiglia, in compagnia degli affetti più stretti, cogliendo i benefici all’anima che l’atmosfera natalizia sa regalare.

In molte parti del mondo per molte persone si rivela essere un giorno di ordinaria disperazione, di solitudine, di guerra, di lotta per la sopravvivenza, in qualche caso, di estrema tristezza e di suicidio, una dolce e amara malinconia in balìa delle peggiori angosce e paure.


Non è vero che a Natale si è tutti più “buoni”, si è, al contrario, ugualmente risucchiati dal vortice consumistico, dalla smania di muoversi, di viaggiare, di andare in montagna a sciare, avvolti dalla frenesia di fare una bella figura offrendo costosissimi regali, intrappolati dalla foga di abbuffarsi e dalla convulsione di divertirsi con ogni eccesso.


Il Natale, e tutto ciò che porta con sè, è diventato sempre più, per molti, un pretesto di varie interpretazioni, manipolazioni, versioni personalizzate a proprio uso e consumo, un disco rotto che si ripete ogni anno. Il Natale appare, di conseguenza, materia scomoda, ingombrante, farcita di una retorica fin troppo scontata.

La centralità della persona viene sminuita dalla fugacità e dalla futilità delle cose materiali. Esagerata ostentazione di ricchezze, manifestazioni ridondanti di presunta saccenza, ampollose opere, esuberanti gesta, polemiche da alimentare, contano molto in questo malato mondo.

Gli esseri umani sembrano persi per strada, smarriti nei loro stucchevoli intenti, sopraffatti dalle loro stesse innaturali esigenze.


La speranza, la fiducia, la generosità, non dovrebbero mai mancare ogni giorno dell’anno così come la solidarietà, la vicinanza, quella sana "pietas" e carità che a volte, spesso e volentieri, si preferisce sostituire con qualche beneficenza sbrigativa e superficiale per lavarsi la coscienza e gloriarsi davanti al prossimo.


Il vero spirito natalizio di preghiera, di servizio per gli altri, di gratitudine e memoria nei confronti di quell’uomo che è nato, vissuto e immolato sulla croce per la salvezza dell’Umanità, è tutt'altro che scontato e anacronistico.


Il Natale è, e rimane, la più grande celebrazione di quel grande dono che è la vita, dell'amore per sé stessi e per gli altri, della gioia che procura, della sacralità che ne deriva, della pienezza del suo significato.


Distratti per il resto dell’anno, ben venga questa festa per ricordarlo.


Viva il Natale! Buon Natale.



230 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

IL RISPETTO

bottom of page