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VICINI DI CASA, TROPPO VICINI, COSÌ LONTANI

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 8 set 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 12 mar



Secondo alcune indagini online 6 italiani su 10 non hanno né il tempo né il piacere di socializzare con i propri vicini di casa. Sembrerebbe un paradosso in una società dominata dalla comunicazione, ma è anche frutto dell’era digitale che con un click e con un touch pare che tutto sia a portata di tutti.

A differenza dei rapporti di vicinato di qualche decennio fa, le relazioni odierne delle giovani generazioni sono all’insegna della fretta, dell’indifferenza e della noncuranza nei confronti del proprio vicino di casa. Caratteri schivi, timidi, riservati oppure c’entra l’egocentrismo dettato dal malessere sociale e dalla multiculturalità che genera diffidenza e incomprensione? Non è insolito, infatti, trovare nei condomìni e in determinati quartieri più che altrove una pluralità di culture, etnie, lingue e religioni che hanno poco, se non addirittura nulla, in comune, così la paura, l’ignoranza, la diffidenza reciproca, la presunzione e i fatti di cronaca nera concorrono ad essere la causa di una cattiva predisposizione verso l’altro. Si preferiscono le cerchie ristrette di chi si conosce da sempre, mentre chi non si conosce si fa finta di non guardarlo nemmeno.

Sicuramente, sono più rassicuranti i contatti virtuali, freddi, distaccati, all’apparenza meno gravosi e privi di rischi che garantiscono un certo grado di padronanza gestionale della relazione a distanza, di protezione anche dell’anonimato e di controllo di stress e di ansia.

Internet e i social media hanno rivoluzionato il modo di vivere, quindi di comunicare, le emozioni in primis. Lo sguardo, il tono della voce e il linguaggio non verbale, elementi cruciali per il primo approccio tra le persone, sono ora sostituiti da voci computerizzate e mezzi digitali, che hanno denaturalizzato la vita sociale umana.

Si perde molto della spontaneità di un sorriso, di un gesto gentile, di un saluto educato, di una certa joie de vivre, fuori dagli schermi piatti fisici e mentali. I contatti vis-a-vis nella realtà quotidiana sono ridotti a una distratta e fugace occhiata, a un’aggressività di comportamento e di linguaggio, a un atteggiamento sulla difensiva che sprigiona immotivatamente tutta l’arroganza, la prepotenza e la maleducazione di cui ogni individuo dovrebbe, almeno un po’, fare un esame di coscienza.

Eppure i vicini di casa possono rivelarsi, per molti versi, persone interessanti, degne di fiducia, generose, disponibili al dialogo e all’ascolto, solidali nei momenti di bisogno, amici nelle occasioni, ottime sentinelle per vigilare su movimenti e individui sospetti che si aggirano per i malaffari. Allora non si capisce perché risulti così difficile avvicinarsi benevolmente gli uni agli altri. Alcuni evitano di parlare per invidia, gelosia o rancori legati a favori negati. Altri fuggono a causa dei ritmi frenetici imposti dal lavoro che lasciano poco spazio alla famiglia e il tempo libero da dedicare alla socializzazione. Infine, ci sono quelli che sono troppo concentrati su se stessi e sulle proprie difficoltà, ritenendo che le chiacchiere siano solo una perdita di tempo. Queste sono solo alcune delle giustificazioni che alimentano l'alibi dell'allontanamento, dell'egoismo e dell'indifferenza sia individuale che collettiva.

Certuni asseriscono che basterebbe creare delle attività comuni, come le feste di condominio e gli orti condominiali, le feste di quartiere, luoghi di incontro per conoscersi, conversare, confrontarsi. Peccato che, molte volte, di fronte agli alti ideali e ai buoni propositi si contrappongano i fatti reali meno nobili.

I vicini, nella maggioranza dei casi, non nutrono voglia, interesse, né tantomeno traggono gradimento dall’interazione reciproca. I motivi sono i più disparati, dalle liti, dispetti, mancanza di riguardi, alle incompatibilità di carattere, diversa estrazione sociale, lavorativa, di studio, di testa, ecc.

Nessuno le insegna e nessuno impara più le buone maniere.

Non è possibile godere di un'interazione con chi non mostra intelligenza, buon senso, rispetto delle regole e buona educazione. Al contrario, tali persone generano polemiche, tensioni e contrasti attraverso comportamenti inadeguati e continui rumori disturbanti. Dai condomini alle casette singole le controversie sorgono sempre, anche se in misura diversa.

Ogni piccola cosa può scatenare conflitti e lamentele: distanze perimetrali non rispettate, confini indefiniti, imposizioni di regole domestiche, trascinamento di mobili senza feltrini, porte e finestre che scricchiolano, bambini rumorosi, conversazioni telefoniche dai balconi, oggetti che cadono, rumori costanti, musica ad alto volume, tappeti scossi, polvere e rifiuti dall'alto, acqua in eccesso dalle piante, mozziconi di sigaretta gettati via e auto parcheggiate male che bloccano l'accesso. Questi sono solo alcuni esempi comuni.

Forse, si potrebbe abbattere i muri dell’inciviltà, se ognuno nel proprio piccolo e nella comunità si sforzasse di essere più umile e rispettoso, consapevole che ogni pensiero, parola o azione negativa influisce sugli altri.

La responsabilità di ogni iniziativa lodevole di cortesia, di cordialità e di convivialità sembra, al giorno d’oggi, assurgere a un impegno troppo faticoso e che, per questa ragione, nessuno ha più la voglia di accollarsi, per la medesima fretta, la medesima indifferenza e la medesima noncuranza che dimostra nei confronti di sé stesso e, conseguentemente, del proprio vicino.



RIFLESSIONE

I vicini possono essere una vera benedizione, sono discreti, gentili, educati, danno una mano quando serve… Purtroppo, non sempre è così. Cosa fare quando si incontra un vicino di casa insolente, maleducato e casinista? Vi è mai capitato di trovarne uno?



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