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  • Riflessi di Una Mente

COGITO ERGO SUM





Cos’è il pensiero?

Il pensiero è l’attività della mente, sia conscia che inconscia, un processo che si esplica nella formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dell’immaginazione, dei desideri, della critica, del giudizio e di ogni raffigurazione del mondo”.


Pensiero contrapposto ai sensi, pensiero intuitivo o dialettico, deduzione contrapposta all’osservazione e all’esperienza, per qualsiasi verità indiscutibile il pensiero guida è quello filosofico, non solo perché cerca di interpretare e capire la realtà ma perché ne spiega il procedimento e la motivazione.


Numerosi studi filosofici sul senso dell’essere e sulla natura dell’esistenza si sono succeduti nel corso dei secoli. Secondo Parmenide non è possibile pensare al nulla, per Platone non può esistere pensiero senza idee, con Socrate il pensiero si riferisce non più ad un “Essere” impersonale ma al soggetto “Uomo”. Per Aristotele vi è distinzione tra il pensiero intuitivo-intellettivo e il pensiero logico-sillogistico, per Anassagora il pensiero appartiene ad una mente universale o “Intelletto cosmico”, per Pitagora il pensiero è strutturato secondo le leggi della matematica.


La filosofia (dal greco “amore per la sapienza”) non dà niente per scontato, tenta di trovare risposte, al contempo elabora nuove domande per giungere a ipotesi di soluzione da smentire con la ragione, con il giudizio, con la morale dell’uomo, il quale deve sempre tenere conto del mondo materiale di cui è parte. La filosofia non è, quindi, indipendente, distaccata, astratta, tutt’altro, essa definisce l’essenza e il significato di altre discipline, quali la fisica e la matematica, la medicina, la meccanica.


Pensare è importante, fondamentale, vitale. Occorre essere ben disposti, preparati e pronti a superare i limiti della mente dovuti ai vincoli autoimposti, alla schiavitù degli schemi predeterminati, al condizionamento eccessivo che muovono uomini e donne a burattini tutti uguali, anonimi e inanimati. Ciò che distingue l’essere umano da tutti gli altri esseri viventi è il pensare, il dubitare, il ragionare, il porsi domande sull’esistenza e sul suo scopo. Saper pensare è avere la dignità e il rispetto di sé stessi e degli altri.

Il pensiero non è da intendersi uno strumento per pochi eruditi, un passatempo riservato a pochi eletti, una prerogativa dei saccenti bensì un’abitudine alla portata di tutti. Sin da bambini bisognerebbe imparare l’arte del pensare, esercitarsi a farlo anche da adulti, capirne l’esigenza prima che l’utilità.


Invogliare, promuovere, sperimentare la capacità di elaborazione del pensare con la propria testa oltre il banale “Cosa mangio?” o “Come mi vesto?” arricchisce, rinvigorisce, rafforza il corpo e lo spirito.


È la facoltà più piacevole tra quelle di cui l’Uomo è dotato poiché ognuno è “pensiero” diverso, unico, personale, portatore della propria realtà, testimone della propria esistenza, fautore di esperienze scelte, meditate, ragionate.


Sono sempre troppo pochi coloro i quali sono capaci di pensare autonomamente, immuni da percorsi già battuti e ipocritamente certi, da chiacchiericci di poco conto, da omologazioni a buon mercato. Il grado d’istruzione non è determinante, il grado di intelligenza sì. Una laurea in tasca non equivale a saper usare la materia grigia così come un diploma di primo grado non significa esserne privi. L’ignoranza e la furbizia sono l’oppio del popolo laddove l’intelligenza e la conoscenza scarseggiano.


L’interesse e la curiosità per ciò che ci si circonda, la volontà, lo sforzo e la profondità nel formulare argomentazioni e riflessioni distinguono un uomo pensante da un altro che ha la testa solamente per tenere separate le orecchie.


Le certezze non appartengono a questa vita ma la semplice convinzione del contrario, il dubbio, la sensazione di una qualche falsità anziché verità, pongono il fatto che si stia pensando, perciò esistendo (Cogito ergo sum, penso, dunque sono, come sostiene René Descartes nel suo “Discours de la Methode” - Il discorso sul metodo).


Se ogni tanto l’uomo si configurasse più di sostanza dinamica pensante, “res cogitans”, e meno in “res exstensa” che, invece, appartiene al mondo fossile, fisico e materiale, egli stesso sarebbe meno ingannevole e limitato, il suo mondo meno ingiusto e invivibile, la sua esistenza meno misera e miserevole.


Leggi i "5 passi verso la consapevolezza" per iniziare ad intraprendere il tuo percorso di miglioramento e crescita personale.

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