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5 passi verso la consapevolezza

Riflessi di Lydia

Quante volte ci capita di vivere in una specie di bolla soporifera o in maniera distratta o, addirittura, assente, praticando attività in modalità “pilota automatico” mentre siamo assorbiti da innumerevoli pensieri, proiezioni, previsioni senza godere appieno del momento presente? Come possiamo apportare un maggior grado di consapevolezza nella nostra quotidianità?

Oggi voglio affrontare il tema consapevolezza: cos’è, da dove nasce, in breve e molto sommariamente, e suggerirò qualche passo che permetterà di agire concretamente sin da subito per iniziare i primi 5 passi lungo il cammino verso la propria consapevolezza.

 

Siamo generalmente portati a prestare molta attenzione alla nostra forma fisica, alla linea, all’estetica, alla salute di un corpo bello da esibire.

Purtroppo, non siamo altrettanto attenti ai nostri pensieri, alla nostra espressione mentale ed emotiva, conseguentemente al suo nutrimento.

L’essere immersi in una società frenetica, confusa e indisciplinata non agevola anzi, porta la mente ad allontanarsi, perdendo di vista l’equilibrio psichico che si ripercuote sullo stato fisico.

Siamo bombardati da stimoli visivi e sonori, siamo orientati a pensare che il multitasking (=lo svolgimento di più compiti contemporaneamente) sia una qualità invidiabile mentre, in realtà, è solo deleterio per il benessere psico-fisico.

Siamo sopraffatti da incombenze, impegni, preoccupazioni che minano la nostra salute fisica e mentale.

Siamo costantemente proiettati nel futuro con obiettivi da raggiungere e buoni propositi e ancorati nel passato con rimpianti e nostalgie.

Una delle principali attività che ci ritroviamo a fare in un ritmo esistenziale troppo veloce è perdersi nel susseguirsi dei nostri contenuti mentali, la formulazione ossessiva e continuativa dei pensieri in cui ci identifichiamo sotto forma di emozioni e proiezioni.

Questo perpetuo moto pensante falsa la percezione della realtà e la visione del momento presente.



La consapevolezza è “pienezza mentale”, conosciuta in lingua inglese con il termine Mindfulness, traduzione della parola “sati”, che in lingua pali rimanda all’etimo “memoria”, “ricordo”.

Di cosa? Di chi siamo, della nostra esistenza.

Il significato letterale usato in occidente ha il suo raggio d’azione molto vasto. É uno “stato dell’essere” che affonda le sue radici in Oriente con la pratica della meditazione che si basa sulla tradizione di una corrente del buddhismo, Theravada, particolarmente diffusa in Birmania, Laos, Sri Lanka, Thailandia.

Questa corrente adotta particolari tecniche di meditazione sul respiro, sulla camminata, dell’attenzione del corpo come struttura, delle sue sensazioni, delle sue emozioni, della mente, di visualizzazione corporea e ricorre spesso ai mantra(=espressioni sacre).


Quindi, come si evince, due sono i pilastri fondamentali del vivere consapevole qui e ora:


1-          l’ATTENZIONE che si traduce nell’essere sempre presente a ciò che accade nel momento stesso in cui accade;


2-          la piena ACCETTAZIONE di ciò che è.


Per esempio, se sto riposando riporto alla mente me stessa che sta riposando e così per ogni situazione in cui mi trovo.


L’essenza della consapevolezza consiste in un cammino attraverso l’osservazione e l’ascolto in profondità del proprio essere per il cui tramite si diventa pienamente coscienti della propria natura sia psicologica che fisica.

Se praticata in modo costante, la pienezza mentale del “qui e ora” permette di distanziarsi da ogni tipo di attaccamento materiale e intangibile, trasformandosi in un nuovo modo di vivere, più consapevole del momento presente.

 

Il progetto web Riflessi di Una Mente non si occupa propriamente di meditazione ma di applicazioni pratiche tramite la comprensione trasformativa delle esperienze con accorgimenti che fanno la differenza.

Non è importante l’evento in sé, bensì l’interpretazione che ne diamo e, conseguentemente, la risposta in pensieri e azioni a quell’evento.


Un esempio:

ci troviamo in fila ad uno sportello e qualcuno ci passa davanti. La prima reazione è aggressiva, agiamo sotto il dominio dell’istintività, perdiamo il controllo del nostro stato emotivo e cominciamo a brontolare, a lamentarci, a inveire.


Riflettiamo. Come andrebbe se, anziché reagire al sopruso, all’ingiustizia o alla provocazione, osservassimo l’emozione che proviamo, ci confrontassimo con essa e valutassimo un comportamento in linea ai nostri valori, vicino alle nostre priorità, di conseguenza scegliessimo di intraprendere, di fronte alle possibili opzioni, un’azione non scontata, non vincolata dalle consuetudini, dalle aspettative altrui o dalle chissà quali regole e vecchi schemi di massa?


Fondamentale per ogni cambiamento di prospettiva è avere un atteggiamento iniziale di curiosità e di apertura.



Ecco quali sono i 5 passi iniziatici del viaggio nella propria coscienza e conoscenza di sé tornando allo stato mentale primitivo con naturalezza, semplicità e chiarezza.


1-           Fermarsi per non disperdersi.

Sediamoci con gli occhi chiusi. L’importante è interrompere qualsiasi attività fisica e mentale e riprendere il contatto con sé stessi, possibilmente in una zona silenziosa.


2-           Rilassarsi e abbandonarsi. Cerchiamo di calmare la mente allontanando inquietudini, tristezze, frustrazioni, recriminazioni, problemi.

Come? Orientandoci sul ritmo respiratorio “inspirazione – pausa – espirazione”.


3-           Focalizzarsi sul respiro. Osservando e ascoltando il respiro senza interferire, la tensione piano piano tenderà a diminuire. Ogni volta che un pensiero indesiderato fa capolino concentriamoci sul nostro respiro, inspirare per 3 secondi, espirando per 6.


4-           Decentrarsi senza giudizio. Non c’è un bene o un male, un giusto o un sbagliato. Ci siamo noi. Visualizziamoci distaccati, dal di fuori come se fossimo spettatori di noi stessi. Il decentramento aiuta a liberarsi dall’idea che noi siamo artefici e responsabili degli eventi, quindi influenzati e condizionati da essi.


5-           Accettarsi e accogliersi. Specialmente all’inizio, dobbiamo sforzarci di essere clementi verso noi stessi, quindi qualsiasi sensazione, sentimento avverso lasciamolo transitare senza opporci.

Accettiamo le emozioni che proviamo nel momento preciso in cui si manifestano e accogliamole con la serenità e l’abbandono completo di corpo e mente. Non usiamoci violenza, lasciamoci andare e diventare consapevoli di ciò che andiamo provando, con la lucidità di cosa sta accadendo dentro di noi.

 

Quando e quanto allenarsi alla pratica della pienezza mentale?

Possibilmente in maniera continuativa, una o più volte al giorno, mattina e sera. Sono sufficienti pochi minuti a sessione per avere dei benefici immediati e duraturi.


La piena consapevolezza è un modo di essere e uno stile di vita che si sceglie di adottare.

Non è teoria bensì pratica.

 

Mi piace immaginare che la consapevolezza sia come una candela che si trova all’interno di ognuno di noi che illumina ogni riflessione, valutazione, scelta, azione.

 

A cosa serve?

Serve a non raccogliere tutto ciò che è esterno a quello che succede qui e adesso, serve a imparare ad ascoltare noi e gli altri, a stare meglio con sé stessi, per il semplice fatto che, se ci imponiamo di vivere il momento presente, tutti i pensieri negativi restano fuori perché sono legati al passato e se ci concentriamo sul momento presente come possiamo preoccuparci del futuro?

 

La vera forza della consapevolezza è che siamo noi a decidere a non farci trascinare dalle persone, a non essere in balìa delle situazioni, a non alimentare certi meccanismi automatici, a non farci condizionare dai nostri pensieri fuori controllo, grazie all’esplorazione e all’introspezione.


Se aumentiamo la nostra consapevolezza i cambiamenti di atteggiamento arrivano da sé.

Non occorre eliminare le regole ma la pretesa che gli altri rispettino le nostre.

Cambiamo le regole che non ci rispecchiano, ma, per cambiarle, dobbiamo prima comprenderle, esserne consapevoli e, quindi, cercare di osservare la realtà per quella che è, superando, appunto, i nostri stessi schemi.


È pronto il 🎬 video riassuntivo "5 passi verso la consapevolezza"


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