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  • Riflessi di Una Mente

ACCUDIRE CASA E FAMIGLIA CONTA PIÙ DEL DENARO



Fino ad una cinquantina di anni fa il lavoro delle donne era relegato ai campi e alle quattro mura domestiche con il delicato compito di badare al marito, alla casa, ai figli e agli animali senza nulla pretendere. Le generazioni di madre in figlia, da allora, ne hanno fatta di strada acquisendo diritti ma anche illusioni. Lavorare fuori casa per la donna sembrava una conquista, un riscatto, una liberazione, in verità, la fatica a trovare una posizione senza scendere a compromessi, di conseguenza, l’impossibilità di un impiego adeguato a competenze, titoli di studio, esperienze, aspirazioni ha disatteso molte aspiranti lavoratrici. Il susseguirsi di crisi economiche, tagli del personale, chiusura di aziende, hanno costretto molte donne a tornare malvolentieri a fare l’angelo del focolare mentre alcune, inorridite al solo pensiero, quasi fosse una punizione, vanificando così i sacrifici e le battaglie di nonne e mamme, hanno preferito continuare ad essere bistrattate, sottopagate, schiavizzate, in aggiunta, comunque, al lavoro domestico, una volta rientrate in casa.

Al giorno d’oggi, grazie ad una maggiore consapevolezza del proprio valore e dei propri meriti, cresce il numero delle donne, per lo più laureate, che a lavori precari, senza prospettive, mal retribuiti e privi di tutele riscoprono la dimensione familiare e domestica.


Purtroppo, il mercato del lavoro è ancora troppo misogeno e maschilista, lo stipendio femminile non è livellato a quello degli uomini, esiste troppa discriminazione, il ricatto è sempre in agguato, il telelavoro, il lavoro agile e il part-time sono molto carenti, così le casalinghe del nuovo millennio scelgono di stare lontane dalla schiavitù fuori casa perché troppo qualificate per svolgere una mansione che non soddisfa le aspettative, le ambizioni, le prospettive di crescita personale e una retribuzione adeguata.

Non vogliono privarsi del loro tempo sottostando a superiori non alla loro altezza, scontrandosi con colleghi invidiosi, gareggiando in competizioni massacranti, subendo orari o turni estenuanti, in balìa di sensi di colpa e in perenne lotta tra perseguire un fasullo sentore di minima emancipazione o dedicarsi alla casa e alla famiglia. Scoprono che la scelta di ritornare a fare a tempo pieno la padrona di casa propria, lontano dal luogo di lavoro stressante e da uno stipendio da elemosina, rende tutti più felici.

La nuova donna di casa si vuole bene, si diverte, si piace, si rispetta, si rivaluta, si rimette al centro, si riappropria del suo ambiente e della sua famiglia, dando priorità alla salvaguardia del proprio matrimonio, essendo presente per l’eventuale figlio, godendo della compagnia del proprio animale domestico. Sono finalmente finiti i tempi in cui la donna deve lavorare in condizioni pietose per rendersi indipendente dal proprio marito ma dipendente da un altro uomo, suo datore di lavoro, o peggio, da un'altra donna mascolinizzata, per pagare la retta dell’asilo nido o lo stipendio a persone estranee per accudire un figlio che nessuna genitrice sembra più capace a crescere e ad educare personalmente.

Non è un ripiego sconfortante di casalinghe ignoranti e frustrate, anzi le casalinghe di oggi sono donne intelligenti, emancipate, determinate, volonterose, manager di loro stesse, dotate di grande dignità, ben consce del loro potere e della loro enorme responsabilità. Multicompetenze, organizzazione, gestione, coordinamento, ascolto, comprensione, dedizione sono alcune delle capacità di queste donne per il buon andamento del ménage familiare. Il termine casalinga è tutt’altro che spregevole, umiliante e sorpassato, esercitare tale ruolo non è affatto sinonimo di penalizzazione, fallimento, tristezza, monotonia. 

Essere donna di casa consapevole è, invece, un lavoro a tutti gli effetti, una elevazione mentale, è fonte di affermazione personale, è altruismo genuino, fondamentale per marito e prole, è ambizione poiché bisogna sempre dare il meglio per il benessere generale della propria famiglia. Non necessariamente la donna moderna deve optare di stare a casa solo per la scusa di essere una mamma. Per molte anche non-madri si tratta di una rinascita, di una scelta di vita, di una strada diversa da percorrere. Ciò è reso fattibile se alle spalle, ovviamente, si ha la possibilità di una solidità economica da parte dei genitori o del marito. Si potrebbe pensare ad un ritorno al passato, alla subordinazione e alla dipendenza della donna dall’uomo. In realtà, la gerarchia dei ruoli e il gioco di potere del denaro non trovano spazio nella moderna famiglia della donna che sceglie di concentrarsi principalmente sulla casa per amore di sé stessa e del suo nucleo famigliare. La cura della propria abitazione e di ogni singolo suo componente è vissuta e riconosciuta da entrambi i coniugi o conviventi come un valore che non si misura con il denaro. I benefici e i risultati di affetto, generosità, donazione, gratuità sono incalcolabili. Portare lo stipendio a casa non è più una gara o uno status sociale che equipara i sessi. I nuovi ruoli sono definiti e compatibili tra loro. La donna esce dalla logica della realizzazione e soddisfazione personale legate al guadagno ad ogni costo e a qualunque prezzo per ritrovare la sua giusta, naturale e umana dimensione. L’uomo lavora fuori perché fondamentalmente è sempre stato il suo compito e la società lo agevola in avanzamenti di carriera, in compensi più elevati, in opportunità. Ci si aspetta che sia suo dovere morale e sociale provvedere ai bisogni e alla necessità della sua famiglia con il proprio lavoro retribuito assicurando alla donna, non ricevendo alcun compenso per il suo impegno, il suo contributo e il suo rendimento dentro casa, la sua gratitudine, la sua riconoscenza, il suo apprezzamento.

Le casalinghe imprenditrici di loro stesse ricoprono più ruoli, svolgono più mansioni poiché non solo sbrigano le faccende di casa, assistono il marito, crescono i figli, accudiscono gli animali, sostengono parenti bisognosi ma, pur non avendo nessun riscontro economico, difendono e rivendicano il loro insostituibile ruolo di donna, pilastro e fulcro della famiglia. Sono, inoltre, impegnate on-line con la creazione di siti web e blog, di profili social. Si occupano di tutto, vanno in palestra, continuano a formarsi, a studiare, a imparare, tengono corsi, scrivono libri, sono parti attive nella società, nella scuola, nei centri ricreativi, nell’attività del coniuge, nella rete famigliare più estesa, vivono il loro tempo libero come una crescita personale, un miglioramento psico-fisico e un aiuto per gli altri.

Lavorando fuori casa lo stress, la frenesia e il tempo che non basta mai non le avrebbero permesso di fare la spesa con calma, di ritagliarsi una pausa piacevole tra amiche, di portare a passeggio il cane senza l’orologio alla mano, di salutare alla finestra il marito che ricambia con un bacio, di portare i figli a scuola senza essere preda di isterismi, di tornare a casa ed esserne titolare a pieno titolo. Cucinare sano, coltivare i propri interessi, sentirsi più bella, più serena, più tranquilla è ben altro rispetto a chi pensa, a torto, che stare in casa e lavorare a casa equivalga a non fare niente, a non contare niente, a non vivere per niente.

I tempi cambiano così le mode, le necessità, le scelte. L’attuale mercato del lavoro non tiene conto del merito, della vocazione, dell’aspirazione. È tutto commisurato alla domanda, alla produttività, alla competizione, al denaro. Si rincorre un finto benessere e una camuffata libertà che porta la donna solo all’impoverimento, allo spaesamento e all'alienazione di sé stessa. Le persone sono umane, prima di tutto, e le donne consapevoli hanno la grande capacità di reinventarsi sapientemente ogni volta. Il suo nuovo ruolo di donna di casa moderna 4.0 ne è un valido esempio.



RIFLESSIONI


Casa è calore, casa è famiglia, casa è accoglienza, casa è amore. La tua casa è il tuo rifugio, è il luogo dove poter chiudere la porta al resto del mondo e rimanere a tu per tu con la tua interiorità. La casa è l’estensione della propria persona e, se vissuta in termini propositivi e positivi, diventa il sancta sanctorum intimo, esclusivo, privilegiato di chi ci abita. A casa non c’è da annoiarsi.


Tu cosa fai a casa? Come vivi o hai vissuto l’esperienza?


👉 Se ti interessa l'argomento inerente all'emancipazione femminile tra le 4 mura domestiche, vai alla pagina del Diario di una vita consapevole riguardo alla "Parità di genere in casa"

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