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MI STATO È STATO CHIESTO...
Domande frequenti su scrittura, passioni e consapevolezza di Dott.ssa Lydia
“MI È STATO CHIESTO...” raccoglie le risposte alle domande più frequenti che mi sono state rivolte nel corso della mia lunga carriera di scrittrice sui miei libri, testi digitali, percorsi di consapevolezza, approccio alla crescita personale e alla scrittura.
Dott.ssa Lydia, da dove nasce la Sua passione per la scrittura? Non sono sicura se si tratti di una vera e propria passione o semplicemente di una delle tante che ho coltivato nel tempo. So solamente che la scrittura mi ha sempre consentito di esprimere i miei pensieri su carta con una rapidità che le parole pronunciate a voce non riescono a eguagliare. Mia madre, una scrittrice e lettrice appassionata, mi ha trasmesso l'amore per la lettura, per i grandi classici e per gli autori di valore. La mia inclinazione per la scrittura ha preso forma sin da quando ho imparato a scrivere da bambina, e da quel momento è stato chiaro che non avrei mai abbandonato questa pratica.
Pubblica libri, scrive articoli, recensioni, racconti, poesie, sceneggiature, post. Come ci riesce? Per me scrivere è un processo facile e naturale. Mi considero una privilegiata, poiché amo profondamente ciò che faccio e mi sento onorata di avere un pubblico così fedele di lettori e lettrici. Tuttavia, sono consapevole che nulla è garantito. Ogni volta che scrivo, mi metto in gioco e non posso mai essere certa che ciò che condivido sarà apprezzato dal pubblico.
Si aspettava avrebbe avuto così tanto successo quando ha iniziato a scrivere? Non ho mai concepito il "successo" in termini di guadagni economici o di notorietà. Per me, il successo è rappresentato esclusivamente da ciò che è già accaduto, un passato che non mi consente di adagiarmi sugli allori. Non esiste una formula miracolosa valida per tutti per raggiungere i propri obiettivi. Scrivo perché ne ho passione e mi impegno con costanza, pur senza alcuna certezza, poiché considero la scrittura un mestiere da affrontare con serietà. Il mio scopo è quello di trasmettere attraverso le mie parole, i personaggi e le situazioni delle mie storie, i valori che mi sono stati insegnati. Questi valori sono condivisi da molte persone, ma non sempre li troviamo così frequentemente nella vita di tutti i giorni.
Scrivere per un pubblico così vasto Le ha cambiato la vita? No. Non potrei mai rinunciare alla scrittura. Non ho mai scritto esclusivamente per me stessa; che si tratti di una sola persona, dieci, cento o migliaia di lettori, la mia motivazione a condividere riflessioni, esperienze di vita, valutazioni e ragionamenti rimane invariata.
Le opinioni sul Suo lavoro da scrittrice sono cambiate nel tempo? I miei famigliari e i miei amici più stretti sanno che per me la scrittura, pur essendo un'opera intellettuale, rappresenta un vero e proprio artigianato. Essa è una fusione tra l'ispirazione artistica e la concretezza di un prodotto finito, che ambisco a realizzare con qualità e valore, da divulgare e promuovere, sia a titolo gratuito che a pagamento. Si tratta di un lavoro che richiede studio, ricerca, analisi, concentrazione, dedizione, tempo ed energie. Per molti, tuttavia, scrivere è visto come un semplice passatempo, talvolta addirittura come una perdita di tempo, e non come un vero e proprio lavoro. Quando affermo di essere una scrittrice, spesso non mi prendono sul serio, e la domanda che mi rivolgono è sempre la stessa: «Sì, ma, veramente, che lavoro fai?»
Come fa a scrivere contenuti così diversi, in più direzioni e su più fronti? L'ispirazione, l'idea e lo spunto emergono all'improvviso, e successivamente mi dedico a lavorarci per dare forma e significato a ciò che intendo pubblicare. Ogni testo rappresenta per me un'opportunità di immergermi in una nuova dimensione, di aprirmi a novità, di esplorare ambiti diversi e di interagire con persone che comunicano in modi differenti. Apprezzo il dibattito, il confronto e lo scambio di opinioni e punti di vista, che trovo sempre estremamente interessanti.
Da dove prende l'ispirazione, l'idea, lo spunto per ciò che scrive? Attingo alla vita di tutti i giorni, ai miei sogni, alla mia fervida immaginazione, ai miei voli pindarici, ma anche alla realtà, all'osservazione e all'ascolto. Nulla di ciò che la mia mente genera è definitivo. Ciò che potrebbe trasformarsi in un progetto testuale subisce continue metamorfosi, revisioni, correzioni e aggiustamenti, fino a raggiungere la forma che desidero. Quando rispondo alla domanda che mi pongo: «Cosa voglio comunicare con questa storia, articolo, libro o post?», allora mi diventa chiaro come strutturare il progetto e inizio a scrivere.
Ci sono elementi reali, biografici e autobiografici in ciò che scrive? A volte, e ciò dipende dall'intento dell'opera. Nel mio libro "Vivere in piena consapevolezza a 360°", l'inserimento di frammenti della mia storia personale si è rivelato fondamentale per il messaggio che desideravo comunicare. È evidente che nei miei testi emergono "parti di me": la mia personalità, la mia mentalità, la mia cultura e i miei principi educativi, poiché sono io l'autrice. Inoltre, le persone, gli eventi, le notizie e le conversazioni costituiscono tutti elementi da cui attingo per creare la "traccia" su cui sviluppare una narrazione, arricchita da una buona dose di immaginazione.
Scrive pensando a un pubblico in particolare o non Le interessa? Dipende dalla destinazione del contenuto scritto, che gioca un ruolo cruciale; che si tratti di un post per un social media, di un articolo per un sito web, di una rivista o di un blog con un pubblico ben definito, ogni formato richiede un approccio specifico. In generale, ciò che produco per i miei progetti, sia online che su carta, può suscitare apprezzamento o meno, il che porta a una selezione naturale tra coloro che fruiscono dei miei contenuti. Questo processo definisce un pubblico che oggi mi segue, ma che potrebbe non farlo più domani. Le persone sono estremamente volubili, influenzate dall'enorme varietà di altri contenuti, di qualità variabile, disponibili in rete.
Se dovesse quantificare, fornire un numero anche approssimativo, quanto ha venduto finora? All'inizio, scrivere ha comportato un investimento che si è rivelato una perdita economica. Tuttavia, non ho mai attribuito importanza ai numeri, sia per quanto riguarda i seguaci che i lettori, né per la mia produzione scritta o i guadagni, se ce n'erano. Non sono questi aspetti a determinare il valore di ciò che scrivo, quindi non saprei quantificarlo. I numeri devono sempre essere interpretati nel contesto di diversi elementi, epoche e situazioni.
Qual è il Suo stato d'animo quando scrive e prima della pubblicazione di un Suo scritto? Entusiasta, sempre. A differenza di molti altri scrittori che creano le loro opere migliori quando si sentono tristi o disillusi dalla vita, io scrivo quando sono di buon umore. Questo stato d'animo mi ispira a scrivere, e il processo stesso di scrittura mi fa sentire bene. È un circolo virtuoso.
Ricorda il complimento più bello che Le hanno rivolto per il Suo lavoro da scrittrice? Sono parecchi, in verità. Quelli che mi gratificano di più sono quelli che comprendono l’intento per cui scrivo: far riflettere. Quando qualcuno mi ringrazia per averlo spinto a farsi domande su un determinato argomento o sul senso della propria esistenza, allora sento di aver adempiuto alla mia missione.
Ha una preferenza di scrittura o un genere in particolare che sente più Suo? Per me, scrivere è sinonimo di libertà: la libertà di esprimermi, di essere, di comunicare, di trasmettere, di studiare, apprendere e conoscere. È un momento in cui stabilisco un rapporto esclusivo e totalizzante con la mia creazione, che riflette un determinato contesto, periodo, sentimento e desiderio. Mi concedo ampio spazio a seconda di quanto mi senta a mio agio in una certa dimensione. Non potrei scrivere oggi con la stessa veemenza i racconti fantastici o i romanzi pubblicati più di vent'anni fa, così come non potrei ritrovare quell’enfasi per scrivere le poesie che hanno costellato la mia infanzia. Ogni fase della vita trova la sua voce, e ciò che non esprimevo ieri trova oggi le parole giuste nel mio primo libro di saggistica, "Vivere in piena consapevolezza a 360°", che vive il suo momento "magico". Ogni testo ha il suo tempo. Inoltre, essendo di natura eclettica, non ho mai voluto limitare il mio piacere di scrivere e leggere a un solo genere, né cedere alle mode del momento o piegarmi alle leggi del mercato editoriale.
Per coloro che non hanno ancora familiarità con il Suo Universo letterario, lo può definire? Non amo le definizioni e faccio sempre molta fatica a descrivere iun solo "universo"; lascio che siano gli altri a farlo, come meglio desiderano. Non mi tocca. Mi piace la libertà che la scrittura mi offre, quindi la varietà, la fluidità e la contaminazione tra generi e registri. La ripetizione, la fossilità e l'abitudine mi annoiano, così i tentativi altrui di rendere tutto statico e definitivo; non mi pongo limiti, non escludo nulla a priori e non mi accontento. Esploro sempre nuovi orizzonti e, non sentendomi mai arrivata, ho ancora molto da scoprire, alla ricerca di nuove sfide intellettuali o esperienze. Il mio Universo è, quindi, un continuo divenire, con l'obiettivo di migliorarmi, che considero l'ultimo scopo della vita.
Quali sono, se ci sono, i Suoi rituali di scrittura o quali Le piacerebbe adottare? Semplice. Non ne ho. Se si può chiamare "rituale", mi piace stare nel mio studio, con la mia bella scrivania pulita e ordinata, in silenzio e solitudine. Non creo nel migliore dei modi in mezzo alla confusione e al frastuono.
C'è mai stato un personaggio di cui ha scritto in cui si è riconosciuta o immedesimata maggiormente? Scrivo per il puro piacere di scrivere e non per raccontare di me, a meno che non sia funzionale allo scopo dell'opera. "Diario di una vita consapevole" è la condivisione di ciò che penso e faccio, mentre il mio nuovo libro, "Vivere in piena consapevolezza a 360°", rappresenta la mia storia esperienziale di consapevolezza. Al di là di questo, il personaggio di Lucia nel mio primo romanzo, "Pane a colazione", riflette molto di me ai tempi in cui l'ho scritto. Per il resto, espongo mie considerazioni che non necessariamente corrispondono alle mie convinzioni. Lo scopo dei miei scritti è invitare ognuno a mettersi in discussione, riflettere e agire per effettuare scelte consapevoli allineate ai propri valori.
Perché i viaggi sono importanti nella Sua vita e per il Suo lavoro di scrittura? Questa propensione per il sapere, lo studio, l'apprendimento e il viaggio, sia di fantasia che di persona, l’ho ereditata da mia madre, una donna di cuore, generosa e curiosa, dotata di un alto senso dell'umorismo, dell'ironia e dell'autoironia, pari solo alla sua grande levatura morale. Lei mi ha insegnato a interessarmi di ciò che avviene dentro e fuori di me, ad aprirmi a tutte le arti e culture, a non fossilizzarmi sulle mie posizioni e a meravigliarmi delle cose belle del mondo, sempre con gli occhi di bambina. Ho sempre viaggiato tanto, sin da neonata, e da allora non ho mai smesso, proprio per la mia continua voglia di stimoli e sete di conoscenza.
C'è un motivo per cui ha scelto di vivere in Italia e non all'estero? Ci sono località in giro per il mondo che mi hanno colpito sotto vari aspetti, ma il mio cuore batte per l'Italia, e sono fiera di vivere nel paese che considero il più bello e completo al mondo dal punto di vista paesaggistico, artistico e architettonico. Amando la bellezza e la buona cucina, non posso che adorare l'Italia. A volte, il mio modo di vedere le cose e di ragionare può sembrare "fuori dal coro" alle persone con cui entro in contatto ogni giorno, ma sento il dovere di contribuire a cambiare ciò che offusca, rovina e deturpa il Belpaese. Trovando le difficoltà molto arricchenti e le sfide stimolanti, prendo spunti anche da queste per scrivere i miei articoli, avvalendomi di uno spirito critico e di un acuto senso di osservazione.
Promuove sempre l'uso corretto della lingua italiana. Non Le piacciono le terminologie straniere? Il vocabolario della lingua italiana è già estremamente ricco. Prendiamo in prestito parole francesi, latine e di derivazione greca, ma non c'è alcuna ragione di ricorrere all'inglese per sostituire termini italiani che abbiamo già a disposizione, con tutte le loro sfumature di significato. È vero che è di tendenza tradurre tutto in inglese: professioni, modi di dire e parole di uso comune, ma se non è necessario, a che scopo utilizzarle? Essendo una persona consapevole, mi pongo questa domanda.
É vero che risponde sempre a tutti coloro che Le scrivono? Sì, magari non nell'immediatezza, ma rispondo sempre per una questione di cortesia e buona educazione. Anche a chi utilizza toni poco gentili o polemici, rispondo sempre in modo garbato. Dedico del tempo per ringraziare tutti coloro che hanno speso il loro prezioso tempo per scrivermi. Lo trovo doveroso nei loro confronti.
Libri di Dott.ssa Lydia
Narrativa, saggistica e poesia












































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