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Come fare pulizia nel digitale

Riflessi di Lydia

Quanto è “inquinato” digitalmente il nostro cervello? Quanto tempo sprechiamo a eliminare newsletter che nemmeno leggiamo, a ricordare a quali canali e gruppi siamo iscritti, o a mantenere contatti con persone che in realtà non ci interessano?

Che sia in viaggio, al lavoro o impegnata in altre attività, non rinuncio mai alla mia pulizia digitale di fine o inizio anno.

Ogni volta resto stupita dalla quantità di “spazzatura” che si accumula nelle email e nelle chat, e non mi riferisco solo allo spam.

Mi ritrovo tra contatti che non riconosco più, gruppi e comunità virtuali ormai sterili, polemici o trasformati in semplici vetrine commerciali, lontani dagli obiettivi originari.


Spesso ricevo newsletter che nulla hanno a che vedere con le mie esigenze: racconti personali fuori contesto, promozioni mascherate, messaggi impersonali pieni di anglicismi, errori e formule spacciate per inclusive (i classici "*" che rendono la comunicazione fredda e distante).


Ho imparato a disiscrivermi senza esitazione da ciò che non mi rappresenta o che non aggiunge valore.


Da professionista, sono attenta alla qualità della comunicazione: un testo curato è segno di rispetto verso chi legge.

Così, non comprendo perché dovrei sforzarmi a decifrare messaggi ambigui o continuare a ricevere newsletter piene di errori, automatismi e poca attenzione alla forma. Dopo l’ennesimo “Hey, Lydia” o risposte automatiche ai miei messaggi personali, mi chiedo dove sia finita l’umanità nelle relazioni digitali.


Spesso, chi riceve un messaggio personale delega la risposta a collaboratori o si affida a risposte automatiche, dimostrando che il valore della persona viene dopo quello della vendita. Questo approccio, privo di empatia e attenzione, può far perdere clienti e danneggiare la reputazione.


Vorrei vedere più attenzione non solo al servizio, ma anche alla forma della comunicazione.

Troppo spesso, siti e profili social trascurano dettagli importanti: errori di battitura, collegamenti non funzionanti, testi incompleti o riempitivi come “Lorem ipsum”.


La cura dei dettagli riflette la serietà e l’affidabilità di un professionista.


Non è accettabile giustificare la scarsa qualità con la fretta, le distrazioni o l’uso dell’intelligenza artificiale. L’esperienza insegna che è meglio affidarsi a chi lavora con consapevolezza e dedizione, concentrandosi su un compito alla volta e mettendo il cliente al centro.


Ho vissuto anche episodi di scarsa professionalità: una consulente di moda mi ha eliminata dalla sua lista email dopo un feedback privato non gradito, senza nemmeno rispondere alla mia richiesta di spiegazioni. Un gesto impulsivo che ha compromesso la sua reputazione e mi ha portata a scegliere altri professionisti.


Scegliere chi e cosa conservare nel mondo digitale non è semplice, perché entrano in gioco molti fattori personali.


Per me è fondamentale circondarmi di persone e contenuti che aggiungono valore, mi fanno sorridere e mi considerano davvero. Anche online, come nella vita reale, voglio dedicare il mio tempo a chi arricchisce la mia esperienza con intelligenza, gentilezza e cura.


Questa è la mia linea guida per una pulizia digitale soddisfacente. E la vostra?


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