
Riflessi di Lydia
Nella vita di tutti i giorni, siamo sempre più ostaggio di sentimenti avversi verso chi consideriamo “migliore” di noi, oppure no?
Non è raro, nella vita quotidiana, imbattersi sui social network in post e commenti che rivelano, spesso in modo velato, invidia, cattiveria e un diffuso malessere psicofisico.
Mi chiedo spesso come sia possibile che, nella società occidentale del benessere, dove istruzione, lavoro, salute e tecnologia sono più accessibili che mai, ci ritroviamo più stressati, aggressivi, insoddisfatti e depressi rispetto al passato.
Secondo la mia valutazione, una delle cause principali di questa frustrazione è che siamo diventati “schiavi” di ciò che vorremmo avere o essere, non per noi stessi, ma per apparire migliori agli occhi degli altri. Restiamo prigionieri della nostra zona di conforto e di un’idea di successo legata a potere, fama e denaro.
Viviamo proiettati verso il futuro, travolti da informazioni e tendenze che ci spingono a desiderare sempre di più. Guardiamo chi sembra aver raggiunto il successo e ci sentiamo inferiori, inadeguati, mai abbastanza. Passiamo il tempo davanti a uno schermo, confrontando la nostra vita con quella degli altri, percependola come faticosa, insignificante o insoddisfacente rispetto ai nostri sogni e potenzialità.
Combattiamo ogni giorno contro la bassa autostima, i pensieri negativi, l’autosabotaggio, le emozioni scoraggianti e i giudizi impulsivi. Pur sentendoci padroni delle nostre scelte, spesso finiamo per imitare gli altri, incapaci di pensare e agire in modo autentico. Ci affidiamo ai guru del digitale e del marketing, convinti che solo così potremo distinguerci e avere successo.
La realtà è che la nostra cultura ci fa credere che, se non siamo famosi, sempre online, allineati a certi schemi o pronti a seguire la massa, siamo destinati all’emarginazione e al giudizio. Chi prova a pensare con la propria testa o a cambiare lo status quo viene spesso criticato, deriso o escluso.
Come possiamo allora evitare frustrazione, amarezza e insoddisfazione verso noi stessi e la nostra vita?
Dovremmo forse lasciarci trascinare dalla corrente, dire sempre di sì, compiacere gli altri sacrificando la nostra personalità, imitare stili di vita che non ci appartengono, o seguire la massa solo per sentirci accettati?
Questa è la strada sicura verso l’insoddisfazione.
La vera felicità si trova nei momenti semplici, spesso dimenticati, e non dipende dalla fama, dai "Mi piace" o dal numero di seguaci, ma dalla serenità che nasce dalla consapevolezza di ciò che desideriamo davvero e dal valore che riconosciamo a noi stessi e al nostro operato.
Diventare consapevoli dei meccanismi mentali che ci intrappolano ci permette di fermarci, ascoltarci profondamente, risvegliare il nostro coraggio e riappropriarci del libero arbitrio. Solo così possiamo liberarci dalla sensazione di sprecare la nostra vita e orientarci verso obiettivi autentici e personali.
