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Quando si chiede consiglio a chi sa meno

Riflessi di Lydia

Nella vita, spesso ci rivolgiamo per consigli o aiuto a persone che riteniamo esperte, ma che in realtà non sono le più adatte a fornirci le risposte di cui abbiamo davvero bisogno. Siamo in grado di riconoscere chi può realmente aiutarci e di affidarci alle persone giuste, senza lasciarci influenzare dalla loro popolarità, così da ottenere consigli utili e un supporto sincero?

Mi è capitato di condividere le mie conoscenze con una persona in cerca di risposte. Mentre le fornivo informazioni, mi ha interrotto dicendo: «Chiederò consiglio a Tizia, che sicuramente ne sa di più». Tizia è una professionista molto popolare su Internet, con milioni di seguaci, ma si occupa di tutt’altro rispetto al problema in questione.

In un’altra occasione, durante un incontro di lavoro, una giovane stagista mi chiese un consiglio. Tuttavia, quando notò nelle vicinanze una persona considerata più “di spicco” di me, si congedò per rivolgersi a lei, ignorando il fatto che quella stessa persona mi aveva già chiesto il medesimo consiglio. Infatti, ripeté esattamente ciò che le avevo già detto io in precedenza. La stagista aveva già ricevuto la risposta che cercava da me, ma, ritenendomi meno autorevole perché meno visibile sui social, preferì ascoltare le stesse parole da una persona più seguita online. È come se il suo entusiasmo dipendesse più dall’immagine o dal prestigio di chi le ripeteva le mie parole, piuttosto che dal contenuto stesso.


Il comportamento della stagista poteva apparire ingiusto, poiché attribuiva maggiore importanza alla fama piuttosto che alla sincerità o alla competenza, rischiando così di trascurare il valore di ascoltare con attenzione e rispetto chi, forse, aveva davvero qualcosa di utile da comunicare, indipendentemente dalla sua popolarità su Internet.


Nella vita quotidiana, tutti ci troviamo di fronte a situazioni in cui dobbiamo prendere decisioni basate su informazioni e consigli. Spesso siamo portati ad affidarci a chi riteniamo più competente o autorevole nel nostro ambito di interesse. Tuttavia, esiste un fenomeno inquietante e diffuso: la tendenza a ignorare chi possiede realmente le competenze necessarie, preferendo rivolgerci a chi, pur essendo rispettato, ha una conoscenza inferiore sull’argomento.


Immaginiamo una situazione concreta.


Supponiamo che “X” abbia bisogno di consigli su un aspetto specifico della medicina. Invece di chiedere a “Y”, medico esperto con anni di esperienza, “X” decide di consultare “Z”, un amico che lavora nel settore della pubblicità. Sebbene “Z” sia competente nel suo campo e abbia un vasto seguito online, non possiede le stesse competenze mediche di “Y”. Nonostante ciò, “X” si fida di “Z” perché lo considera più influente o carismatico, e questo può portare a una serie di problematiche.


A volte, “X” si lascia influenzare dai seguaci, dalla notorietà e dalla popolarità di “Z” su Internet, scegliendo quest’ultimo perché è un nome più conosciuto rispetto a “Y”. Anche se “Y” è preparato e professionale, viene percepito come meno “famoso” e quindi considerato meno importante o prestigioso.


Questo meccanismo di fiducia mal riposta può derivare da vari fattori, tra cui la percezione sociale dei ruoli professionali o l’affetto personale. Spesso le persone si sentono più a loro agio a chiedere consiglio a qualcuno che conoscono o seguono online, piuttosto che a un esperto percepito come distante o poco noto. Tuttavia, la logica di fondo rimane: chiedere aiuto a chi è meno competente è un’ingiustizia non solo verso sé stessi, ma anche nei confronti di chi ha investito anni nella propria formazione professionale.

Le conseguenze di questa disuguaglianza di fiducia possono essere gravi. Nel caso di “X”, seguire i consigli di “Z” potrebbe portare a scelte sbagliate, con possibili ripercussioni sulla salute o sul benessere. A lungo termine, questa mancanza di riconoscimento della competenza contribuisce a un clima di disinformazione e sfiducia nei confronti dei professionisti, che vengono esclusi dai processi decisionali in cui potrebbero apportare un reale valore.


Affidarsi a una figura più carismatica ma meno competente è un comportamento ingiusto sia per chi cerca aiuto, sia per chi ha dedicato la propria vita a sviluppare competenze specialistiche. Per contrastare questa tendenza, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza di riconoscere le professionalità e di apprezzare le persone al di là delle logiche di notorietà e dei numeri degli algoritmi.

È importante insegnare a discernere tra chi possiede davvero le qualità necessarie per fornire consigli e chi, pur essendo ben intenzionato, non ha le informazioni corrette o si limita a ripetere quanto detto da chi ha più competenza ma meno visibilità.


La fiducia dovrebbe essere orientata verso chi ha le conoscenze necessarie, piuttosto che verso chi appare più spigliato, attraente o popolare. Investire nella giusta informazione e comprendere il valore della competenza sono passaggi cruciali per garantire decisioni più sagge e consapevoli.

È tempo di rivalutare il nostro approccio superficiale alla consulenza e all’informazione, per costruire un futuro in cui saggezza e competenza siano al centro delle nostre scelte, al di là del nome altisonante.


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