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  • Riflessi di Una Mente

COOLTURA



Cool (pr.: cul) è una parola inglese che, tradotta in italiano, significa “fresco”.

Ultimamente è usata anche per indicare persona o cosa considerata popolare, “alla moda”, nel linguaggio gergale, giudicata Okay.


Gli improvvisi mutamenti dei gusti divenuti regola generale, seguita, condivisa da quasi tutti come tanti automi, hanno scandito stagioni, epoche, generazioni.


Ma cos’è, oggi, veramente “alla moda”?


Una comunicazione lessicalmente povera, priva di congiuntivi e di passati remoti, di accenti, di apostrofi, di punteggiatura, di “acca” nelle coniugazioni del verbo avere o sostituita dal “kappa” al posto del “ch”. Diventano indispensabili cellulare e tablet ultimo modello, un profilo su Internet, la cravatta stretta, la rucola in ogni piatto, gli intrugli alcolici, i tagli corti irregolari, la frangetta, le scarpe ballerine, le zeppe, i leggings o fuseaux, la manicure alla francese.


Tutto ciò che fa tendenza, che è “figo”, trendy, fashion, glamour, imposto e accettato come forma e norma comportamentale dai più per entrare a far parte di un effimero “qualcosa”, è “cooltura”.


Nelle civiltà moderne si viene, così, a scindere erroneamente il concetto originario di “Cultura” di nicchia con quello di “cooltura” di massa. Vi è, di conseguenza, la tendenza a considerare persone colte ma snob coloro i quali leggono tanti libri, non mancano a teatro, amano i concerti di opera lirica e i balletti di danza classica, girano per biblioteche e musei, vanno al cinema d’essai.


Premesso che è sbagliato e fuorviante farne una qualità “aristocratica” ad esclusivo appannaggio e privilegio di pochi, la Cultura non è solo “Arte” sublime allo stato puro, è anche tecnologia multimediale, patrimonio di immagini e suoni all’avanguardia, ipertesti, credenze antiche e moderne, convenzioni passate e future, modelli di comportamento, condizionamenti, senso di appartenenza.


La definizione dell'Unesco considera la cultura come "una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali". La nozione di “cooltura”, allora, non diventa così diversa dalla “cultura” dal verbo latino colere, ovvero "coltivare" la conoscenza, la competenza, la morale, il costume.

In quanto membri della società, gli uomini dettano le condizioni, regolano le abitudini, inventano l’assurdo e diffondono il banale, stabiliscono modi di vita comuni per trarne un possibile vantaggio, una situazione di comodo, sicuramente un qualche profitto.

Adottare uno stile piuttosto che un altro, adeguarsi o dissociarsi da uno stereotipo, seguire le tendenze o il proprio gusto, frequentare o disdegnare persone, luoghi, manifestazioni ed eventi in voga, preferire la cultura impegnata al conformismo frivolo e viceversa o entrambe, non sono mai una questione di moda, di “cooltura” o di cultura, bensì di testa.


RIFLESSIONI

Quanto tempo trascorriamo davanti ad uno schermo? Quanto tempo spendiamo a leggere, scrivere messaggi e guardare video e foto altrui? Quante notifiche ci arrivano al giorno? È davvero utile e necessario condividere sui social ogni momento della nostra giornata?

Gli strumenti tecnologici sono a nostra disposizione, sta a noi saperli utilizzare con moderazione e consapevolezza.

Tu come usufruisci di Internet? Quanta vita spendi e sprechi on-line?


👉 Leggi le pagine del Diario di una vita consapevole riguardo a "Felicità fa rima con serenità (anche nel web)" e per trovare delle alternative alla connessione on-line sperimenta le "Dieci esperienze consapevoli lontani dagli schermi"


👉 Se vuoi effettuare una bella pulizia digitale di gruppi, newsletter, contatti, ecc. non puoi esimerti dal leggere "Come far pulizia nel digitale" 


🎬 Per aumentare il tuo grado di consapevolezza nella scelta dei i tuoi vestiti, guarda il video "Tu e il tuo armadio: sintonia perfetta" 



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