top of page

IGNORANTIA NON EXCUSAT

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 16 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 mar



​Con il termine ignoranza, dal greco gnorizein (in italiano "conoscere") e dal latino ignorare (in italiano "non sapere"), si indica la non conoscenza, il non sapere, il non avere informazioni.  La saggezza non è innata, ma si acquisisce attraverso esperienza, curiosità e apprendimento. Quando le famiglie non riescono a fornire queste opportunità, le istituzioni dovrebbero intervenire. La scuola pubblica, nonostante le difficoltà legate ai tagli e alla mancanza di personale, è fondamentale per garantire un'istruzione equa e completa.

Se una materia didattica come l’educazione civica è stata per anni dimenticata, si abolisce l’uso di cortesia del “Lei” nei riguardi di maestri e professori, si esalta l’indisciplina, si sminuisce l’autorevolezza di chi insegna, si tolgono dai rituali il rispetto e la buona educazione, l’ignoranza potrebbe anche avere una sua degna logica.

Quando si parla di ignoranza non si allude solo all’incapacità di leggere o di scrivere o di calcolare. Nella maggioranza dei casi “ignorante” è usato in senso dispregiativo, indicando una persona priva di eleganza, raffinatezza, bellezza interiore, dignità, educazione e/o cultura e considerata analfabeta dal punto di vista di una qualche argomentazione letteraria, politica, informatica, legale.

Non è detto che l'ignoranza sia solo figlia della mancanza di risorse economiche, anzi, spesso si camuffa sotto forma di titoli accademici commercializzati a caro prezzo e sbandierati come icone di presunzione. Numerose fonti, tra cui l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, bocciano l'Italia sul grado della formazione. Pochi laureati, docenti anziani, troppi anni di tagli e campagne di austerità, non fanno onore al paese di poeti, santi e inventori.

Se l'ignoranza, come affermava Socrate, è alla base di molti mali, l’italiano medio si compiace nel suo non sapere niente, nel sapere male.

A questa ignoranza si aggiungono chiusura mentale, arroganza e superstizione, che portano a un basso senso del dovere e della professionalità. La vita quotidiana mostra esempi di cattiveria e aggressività derivanti da un'ignoranza perpetuata, coinvolgendo anche i bambini, piccoli cloni degli adulti che fanno dell’essere ignoranti un vanto.

Anni di remota povertà, di guerra, di carestia hanno, in qualche modo, agevolato l’impossibilità di andare a scuola e acquistare libri di testo. Senza scoraggiarsi, molti poveri di tasca ma ricchi di testa si sono dati da fare, anche da autodidatti, leggendo, frequentando corsi, informandosi, conseguendo meritatamente titoli di studio anche in età avanzata.

Oggi, con l'accesso all'informazione e ai percorsi formativi, non ci sono scuse per rimanere ignoranti, se non la scelta di esserlo.

Gli errori linguistici e il degrado intellettuale esibiti nelle strade, nei media, nei luoghi di lavoro e nella vita quotidiana non sono affatto divertenti. In un'epoca di interattività e globalità, l'ignoranza non è più giustificabile.

Orson Welles, protagonista di un episodio di “Ro.Go.Pa.G” del 1963 di Pier Paolo Pasolini, disse: «La società italiana? Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa».

Ogni persona ha la capacità di imparare e migliorarsi, e la volontà di farlo è l'antidoto alla pigrizia mentale e al trastullamento buonista generale non più tollerabile.


Se vi è piaciuto l'articolo non dimenticate di mettere il vostro 💗



Comments


Commenting on this post isn't available anymore. Contact the site owner for more info.
Biglietto da visita - Riflessi di Una Mente
  • Gruppo Facebook Diventa consapevole della tua vita!
  • Canale Youtube Riflessi di Una Mente
  • Bacheca Pinterest
bottom of page