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DISCRIMINAZIONE ANAGRAFICA

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 23 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 mar



Invidia, ignoranza, stupidità, paura, sono alla base della discriminazione anagrafica femminile.

L'età è percepita come una minaccia per le donne, che, nonostante la loro vitalità, sono discriminate nelle opportunità professionali, nella vita sentimentale e sociale.

Per l’uomo è diverso: può considerarsi un “ragazzo” nonostante i segni dell’età. Gli si concede una maggiore indulgenza in amore e in carriera.

A differenza dell'uomo, la donna è penalizzata in ambito lavorativo, troppo spesso perché moglie e, peggio, madre. Si biasima se frequenta un uomo più giovane di lei, si deride se osa amarlo e, ancor più, sposarlo ed essere felice.

Ancora oggi, le donne faticano ad affermare le proprie scelte in ogni campo, troppo condizionate dal giudizio e pregiudizio altrui.

Sebbene la loro aspettativa di vita sia di gran lunga superiore rispetto a quella dei loro compagni, si ritengono vecchie prematuramente, inseguendo la giovinezza attraverso ritocchi estetici, diete e competizioni con gli uomini, che le etichettano “fuori mercato” dopo i trentacinque anni, complice una società consumistica che le appioppa malanni e problemi fisici di ogni specie.

Questa autocritica incessante le porta a sentirsi inadeguate e a rassegnarsi, alimentando un sistema maschilista che proietta su di loro le proprie insicurezze.

L'emarginazione si manifesta attraverso vari canali, e una società che rifiuta la vecchiaia cerca un controllo illusorio sul tempo, perdendo equilibrio e buon gusto.

Mentalità, educazione e cultura determinano stili e scelte di vita e, ancora una volta, le pari opportunità, anche anagrafiche, tanto acclamate e sperate, sembrano rivelarsi illusorie.

In verità, ci si scandalizza troppo per una questione che non ci si dovrebbe neanche porre.

Da tempi antichi, amori con differenze d'età sono sempre esistiti. In letteratura e nella vita, l'età è secondaria rispetto ai sentimenti e alla voglia di fare. Sebbene la biologia possa penalizzare la donna che la schiavizza a tal punto da farla, a volte, rinunciare ai propri desideri, il coraggio e la forza hanno sempre prevalso sull'ipocrisia e falsi miti.

Contrastare gli stereotipi non è impresa facile, però con la determinazione e l’intelligenza proprie delle donne, tutto è fattibile.

Purtroppo, molte seguono modelli sfavorevoli per accettazione, mentre altre espongono il proprio corpo con risultati dannosi. Nel frattempo, gli immaturi trovano scuse per temere la vecchiaia e la solitudine, alimentata da falsità e propaganda.


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