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  • Riflessi di Una Mente

SALVA LA PELLE!



Il consumo della carne, la vivisezione, la sperimentazione in vitro, la caccia, gli zoo, i circhi e i palii vengono, più o meno, legittimati, celati sotto forma di fabbisogno alimentare, ricerca e innovazione scientifica, passatempi innocui e difesa delle tradizioni.

Recentemente, sempre più di frequente, viene ad affermarsi il sentimento collettivo verso gli animali di amore, rispetto, dignità.


Mode e tendenze passate avevano fatto di alcuni mammiferi dei capi di abbigliamento per eccellenza per soddisfare vanità e capriccio di signore benestanti o per colmare un senso di inferiorità o per riscatto di un complesso di povertà. Fortunatamente, questo fenomeno di esibire una pelliccia è in forte diminuzione, complice la consapevolezza e la coscienza che pratiche di tortura, di maltrattamento e di uccisione che non possono e non devono essere tollerate per nessun motivo.


Le amanti della pelliccia sostengono che gli animali sono allevati a questo scopo, quindi sacrificabili per un prodotto bello, funzionale e decorativo.

La funzione primaria di coprirsi dal freddo si poteva capire ai tempi molto remoti e in zone dal clima particolarmente rigido del pianeta ma, oggi, l’altissima gamma di scelta dei tessuti e dei materiali sempre più tecnologici, comodi, consoni ed economici smonta del tutto la teoria della necessità della pelliccia per scaldarsi. Non può, certo, definirsi uno status symbol una signora che si orna di un cadavere ambulante.


Bellezza ed eleganza non possono attribuirsi a persone che vestono di innocenti bestiole morte assassinate. Lavorare pelli e morbidi manti è vergognoso, crudele e incivile, non solo perché lede i diritti degli animali e mette a rischio la sopravvivenza di talune specie, ma anche perché alimenta un mercato di commercializzazione e distribuzione spesso illegale, causa effetti negativi per l’ambiente producendo inquinamento e consumi energetici eccessivi.


Il mutamento culturale a favore degli amici pelosi ha indotto molti governi europei ed extraeuropei a bandire la produzione di pellicce, a vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali finalizzati ad ottenerne pelle e pellicce ma la strada è tutta in salita.

Numeri parlano di milioni di uccisioni ogni anno utilizzando le tecniche le più cruente e violente indegne di paesi e popolazioni che dichiarano di amare gli animali. Alla sofferenza non c’è giustificazione perciò le associazioni animaliste si battono per informare, sensibilizzare e mobilitare più persone possibili.


“La civiltà si misura da come vengono trattati gli animali” dichiarava Gandhi, detto il Mahatma.



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