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IL RIPOSO

  • Immagine del redattore: Riflessi di Una Mente
    Riflessi di Una Mente
  • 9 feb 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 mar



Oggigiorno, sembra che il riposo sia scomparso dal vocabolario italiano. Non fa più parte della vita quotidiana ed è quasi una bestemmia solo nominarlo e, ancor più, praticarlo.

Sì, riposare è diventata una pratica in disuso.

I giovani sono troppo occupati a divertirsi facendo le ore piccole per pensare al riposo e al sonno ristoratore. Anche gli anziani se ne guardano bene, poiché ogni ora in vita è tutto di guadagnato in vista dell’imminente arrivo del “sonno perenne”.

Siamo troppo impegnati a evitare momenti di quiete, anche se ciò è essenziale per il nostro benessere fisico e mentale. I benefici del riposo numerosi, come il rilassamento, la rigenerazione cellule e un aumento di energia, forza e concentrazione. In una società che premia la produttività, è difficile opporsi alla pressione di lavorare sempre di più, sacrificando il benessere individuale e collettivo.

In nome della crescita e della competitività, concedersi una pausa è visto come un delitto.

Contro stress e ansia, il riposo è l'unico rimedio necessario, un diritto umano fondamentale per riscoprire la bellezza della calma e del relax. Persino Dio consacrò il riposo nel settimo giorno dalla Creazione. È una necessità umana e, men che se ne dica, un santo diritto.

Riposare non significa solo dormire, ma anche rilassarsi in vari modi.

Ciò che è certo è che fermarsi di tanto in tanto, possibilmente lontano dai frastuoni, evita crolli fisici e mentali. Purtroppo, la presunzione dell’Essere Umano è tale da negare la fallibilità, la stanchezza, la debolezza, parte del suo patrimonio naturale genetico.

Il cervello, come il corpo, comunica la mancanza di riposo attraverso i campanelli d’allarme lanciati, senza successo, ai sordi, ai ciechi, agli incuranti, ai dediti al correre dietro a denari e onori, schiavizzati dagli orari e insoddisfatti dei risultati che non sono, a loro dire, mai abbastanza.

L'eccessivo attivismo e la corsa verso il "comunque e dovunque" danneggiano la salute riducono la qualità della vita. La corda quando è troppo tirata si spezza, così la salute. La ricerca di attività incessanti, come andare in palestra dopo il lavoro o uscire con gli amici quando si è stanchi, porta a un esaurimento fisico e mentale. Evitare di restare in casa in totale tranquillità e compiacersi di non dormire per dedicarsi ad altro, oltre che doppiamente stancante nuoce gravemente all’organismo.

Spesso si ignora l'importanza del riposo e del tempo per sé, trascurando il valore dei momenti trascorsi in famiglia e delle semplici gioie quotidiane.

Erroneamente si pensa di essere indispensabili, di giovare agli altri quanto a sé stessi, di considerarsi importanti solo se si produce “qualcosa”, relegando il riposo e il sonno al solito tempo perso. Le ore rubate non vengono restituite o compensate. Ciò che è perduto o saltato per ciò che si valuta più rilevante comporta conseguenze dannose per il benessere psico-fisico.

Normalmente si ha l’idea di un mondo fatto di “Notti bianche” e “Notti rosa”, di negozi aperti in ogni orario, nei festivi, nelle ricorrenze comandate, dimenticando la bellezza dell’essere presenti in famiglia, di godersi ogni attimo gli affetti più cari, di regalarsi una passeggiata senza pensieri, di gustarsi un pasto senza fretta, di ritagliarsi il momento di una buona lettura, di un buon film, di introspezione o semplicemente di chiudere gli occhi e rilassarsi.


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