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  • Riflessi di Una Mente

NON CI VORREBBE UN AMICO



Il legame tra esseri umani è fondamentale, base di ogni rapporto sentimentale, familiare e sociale.


Indubbi sono (o dovrebbero essere) il valore sacro dell’amore che lega due persone e l’affetto che vincola tutti i membri di una famiglia, fondamento di ogni primaria forma di condivisione, di partecipazione e di sostegno.


L’amicizia non è sicuramente da sottovalutare, può rivelarsi un bene prezioso se giostrata saggiamente.


Tutti possono definirsi amici di tutti, socialmente e virtualmente, superficialmente e teoricamente, soprattutto durante la fase adolescenziale. A quell’età, le conoscenze condizionano gusti, stili, opinioni e comportamenti. Da un eletto amico ci si aspetta disponibilità, comprensione, conforto, consiglio, aiuto, compagnia, nel più assoluto disinteresse. Passando gli anni, ci si illude che quell’amicizia duri, che non cambi, che superi ogni ostacolo, che non celi indifferenza.


Ebbene, l’amicizia, quella vera, seppure molto rara, esiste. Essa è genuina, utile, benefica, si consolida nel tempo e resiste ad ogni evento.


Purtroppo, la sopravvalutazione mediatica, l’abuso dell’uso inappropriato del termine, l’alta aspettativa sociale, la mitizzazione del gruppo, fanno dell’amicizia una necessità malsana. Capita di frequente, infatti, che piuttosto che venire definiti asociali, ci si costringa a frequentare persone forzatamente. Può anche succedere che ci si renda conto, troppo tardi, dello sbaglio di valutazione ma che non ci si senta in grado di allontanarsi, per debolezza o complesso o, ancora, non si riesca più a staccarsi da amicizie malate per abitudine, per scrupolo, per paura.


Dopo periodi giovanili di complicità, di confronto, di chiacchiere confidenziali, ci si ritrova a dover fare i conti con l’età che avanza e con le conseguenti responsabilità della vita che costringono gli amici di una volta a non essere più al centro del mondo. Motivi di studio, di lavoro, matrimonio, figli, altri interessi, prendono giustamente il sopravvento relegando le persone estranee alla cerchia più stretta in fondo alla lista delle priorità. Gli incontri si diradano, le telefonate, i messaggi, le e-mail scemano, tempo, disponibilità e dedizione si riducono fino, a volte, all’estinzione. Ecco, che avviene, di fatto, una selezione naturale dell’amicizia.


C’è da dire che, molto spesso, i cosiddetti amici non hanno propriamente un’influenza positiva, in quanto esigono e pretendono attenzioni, rivendicano e vantano un diritto di prelazione, proprietà o possesso avvelenando i rapporti.


Sono, così, sempre più frequenti le delusioni dovute all’amicizia. Problemi con l’ego, mancanza di personalità, sensi di colpa, falsità, inaffidabilità, fraintendimenti, rivalità, gelosia, invidia, permalosità, tradimento sono alcuni aspetti di un rapporto dannoso.

In nome dell’amicizia si commettono i più gravi errori: si sacrifica il rapporto di coppia e familiare, si mente a sproposito, si danno troppi consigli, soprattutto non richiesti, suggerimenti non sempre validi, si fanno adulazioni fastidiose, commenti non graditi, critiche, rimproveri, si commettono ingerenze e ripicche, si accende la competizione, la cattiveria, la vendetta, senza dimenticare le situazioni ambigue e quelle a senso unico.


Troppo facilmente si spacciano per amici devoti coloro che hanno un bisogno egocentrico di creare una forte dipendenza emotiva, lesiva dell’altro, esclusiva, totalizzante, maniacale rivelandosi, a lungo andare, per quello che sono realmente: inopportuni, approfittatori, possessivi ed egoisti.


Un rapporto amichevole si può esaurire nel tempo perché ci si accorge di essere cambiati, cresciuti, maturati. Ciò che gli amici non vorrebbero mai sentirsi dire è la semplice e pura verità. Le strade si dividono per non ferirsi ulteriormente, per non rinfacciarsi mancanze e gratitudine, non deludere oltremisura oppure, semplicemente, perché non si ha più nulla da spartire. Non ci si riconosce più in quel legame divenuto insensato ma che, fino qualche tempo fa, sembrava indispensabile e si preferisce, piuttosto, crearsene un altro con persone nuove più in sintonia con stile e visione di vita.


A differenza dei familiari, gli amici si scelgono. Si eleggono non sempre per la vita ma per periodi più o meno lunghi, per affinità del momento, per voglia di conoscersi, per caso. L’amicizia autentica accompagna le stagioni dell’esistenza con la fiducia, la pazienza, l’umiltà, l’altruismo, l’affetto disinteressato, propri di un sano e benefico legame affettivo degno di questo nome.


L’amicizia, con la "A" maiuscola, si deve coltivare in modo diverso dall’aggregazione coatta e stantia.

Non è schiava del tempo, delle mode e della distanza, coesiste con ritmi diversi di vita di ciascuno, rispetta la libertà e le esigenze altrui senza prepotenza, senza invadenza e senza imposizione, sa evolvere continuamente con l’inesorabile naturale mutare di persone e circostanze.


Non essendo perfetta, la vera amicizia capisce e perdona, sempre.


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